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Anno II n. 39 del 8 giugno 2006
   
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L’appello di Epifani per il referendum sulla riforma della Costituzione

Il 25 e 26 giugno i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi sulla riforma costituzionale, approvata dalla maggioranza di centrodestra del precedente Parlamento.

Il referendum, previsto dalla Costituzione, consegna al popolo sovrano la possibilità di confermare o meno la riforma di importanti articoli della nostra Carta.

Il centrodestra approvò la riforma a sola maggioranza. Il referendum rappresenta quindi l’occasione per dire un NO forte e convinto a quella riforma, a quell’idea di devolution, a quell’idea di divisione fra poteri che fuoriesce dai principi fissati dalla costituzione, frutto della lotta di Resistenza e segno della riconquistata libertà dell’Italia.

La Costituzione rappresenta l’identità collettiva di un popolo e deve quindi scaturire da una condivisione ampia. Il centrodestra, invece, ha scelto di modificare da solo e in profondità la nostra Carta, stravolgendone i principi ispiratori. I cambiamenti introdotti minacciano l’universalità di diritti fondamentali con la devoluzione, accentuano le differenziazioni fra zone ricche e povere del paese, attaccano la coesione e l’unità nazionale, riducono le garanzie costituzionali, incidono pesantemente sui principi e valori fondamentali della Carta, smantellando di fatto i fondamenti della Costituzione repubblicana.

Sessanta anni fa il paese con l’Assemblea costituente mise il primo mattone della nostra Costituzione. A tanti anni di distanza essa è più moderna che mai.

La sua prima parte mantiene inalterato il suo valore, soprattutto in quell’articolo 1 a noi tanto caro, perché richiama il contributo fondamentale che i lavoratori hanno dato alla riconquista della libertà e alla liberazione dalla dittatura nazifascista. Alcune altre parti possono essere riformate e corrette: più poteri alle regioni, ma con la cooperazione, non con la divisione; nuovo impulso al federalismo fiscale, non dimenticando mai quelle parti del paese che hanno meno reddito. Ritocchi alle prerogative e ai poteri del Capo del Governo, ma senza ridurre i poteri di garanzia del Presidente della Repubblica, il ruolo e la centralità del Parlamento. Non colpire l’autonomia, la funzione della Magistratura, la libertà e l’indipendenza dei magistrati, perché l’equilibrio dei poteri è la garanzia di ogni democrazia e di ogni libertà.

C’è bisogno in questi ambiti di una manutenzione riformatrice, che deve essere fatta dall’insieme delle forze politiche e sociali, per porre fine ad una troppo lunga transizione istituzionale.

Dire NO al referendum rappresenta una scelta di unità, per gli interessi superiori del paese, per la tutela dei diritti, per l’estensione delle tutele, garanzie di uno stato moderno, inclusivo e che fa della coesione sociale un motore per la crescita e lo sviluppo.

La CGIL, da sempre, è impegnata nel sostenere la partecipazione del voto popolare, segno di un diritto inalienabile e riconoscimento per le battaglie che hanno teso alla conquista di questo diritto.

Il referendum, a cui i cittadini, i lavoratori, i pensionati, i giovani, le donne saranno chiamati il 25 e 26 giugno sulla riforma costituzionale deve vedere una larghissima partecipazione e un netto risultato, necessari a cancellare il testo approvato nella passata legislatura.

Per questo la CGIL è impegnata fortemente, con le proprie strutture, i propri militanti ad un impegno straordinario, insieme al Comitato unitario per la difesa della Costituzione, presieduto dal Presidente Scalfaro, insieme a CISL e UIL, perché possa consolidarsi il cambiamento che il paese merita.

Il 25 e 26 giugno, votate NO al referendum.

Per un’Italia più unita, più solidale, più coesa e più moderna.

Guglielmo Epifani

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Il numero speciale di Conoscenzanews sul referendum

La FLC Cgil per rimarcare l’impegno a sollecitare la partecipazione al voto e l’importanza di far conoscere a tutti le ragioni del NO, ha predisposto un numero speciale di Conoscenzanews dedicato al referendum sulla Costituzione.

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Interventi correttivi del Ministro dell’Università e della Ricerca

Il continuo proliferare di Università non statali telematiche (le ultime due in ordine di tempo sono riportate nelle “brevissime” di questo notiziario) e l’altrettanto anomalo fenomeno della crescita di convenzioni tra Università ed Enti diversi che prevedono la riduzione dei crediti formativi necessari per conseguire lauree al di fuori del ciclo di studi, ha indotto il Ministro dell’Università e della Ricerca, on. Mussi ad intervenire per ricondurre i due fenomeni alla normalità.

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Protezione dei lavoratori contro i rischi da esposizione al rumore

E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.124 il decreto legislativo 10 aprile 2006, n.195 che dà attuazione alla direttiva 2003/10/CE relativa all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici.

Il provvedimento, che entra in vigore il 14 giugno 2006, determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall'esposizione al rumore durante il lavoro e in particolare per l'udito. Il decreto legislativo stabilisce, tra l'altro, i criteri con i quali il datore di lavoro deve effettuare la valutazione del rischio e quali misure di prevenzione e protezione adottare per eliminare o ridurre al minimo i rumori. Il  datore  di lavoro, qualora i rischi derivanti dal rumore non possono essere evitati con le misure di prevenzione e protezione, deve inoltre fornire ai lavoratori esposti i dispositivi di protezione individuali per l'udito.

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Regolamentazione accesso ai documenti amministrativi

E’  entrato in vigore il 2 giugno scorso il Decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 2006, n. 184, concernente "Regolamento recante disciplina in materia di accesso ai documenti amministrativi". Il provvedimento, attuativo della legge 241/1990, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 maggio 2006.

Il regolamento concede un anno di tempo alle amministrazioni interessate per adottare i provvedimenti generali organizzatori necessari al corretto esercizio di tale diritto, dandone comunicazione alla "Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi" istituita ai sensi dell'articolo 27 della legge. Introduce inoltre la possibilità di consultazione per via telematica, nonché l'esercizio del diritto in via informale mediante richiesta, anche verbale. Le richieste di accesso potranno essere presentate alle amministrazioni dai soggetti portatori di interessi diffusi o collettivi, ed anche per il tramite degli Uffici relazioni con il pubblico.

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Codice delle pari opportunità tra uomo e donna

Entra in vigore il prossimo 15 giugno il Decreto Legislativo 11 aprile 2006, n. 198 recante"Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell'articolo 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246".

Il provvedimento, che opera un riordino delle disposizioni volte a combattere le discriminazioni e ad attuare pienamente ed effettivamente il principio di uguaglianza, è stato  pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 125 del 31 maggio 2006 Suppl. Ordinario n. 133.

Il Codice, composto di 58 articoli, si divide in quattro libri. Il primo contiene disposizioni generali per la promozione delle pari opportunità tra uomo e donna. Nei libri successivi trovano spazio le disposizioni volte alla promozione delle pari opportunità nei rapporti etico-sociali, nei rapporti economici e nei rapporti civili e politici. Il provvedimento riordina, tra l'altro, le disposizioni relative alle consigliere e ai consiglieri di parità nominati a livello nazionale, regionale e provinciale, alle pari opportunità nel lavoro, nell'attività d'impresa e nell'accesso alle cariche elettive.

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Regolamentata la pausa lavorativa di 10 minuti

E’ stato siglato presso l’Università di Siena il Protocollo sui criteri generali per le politiche dell’orario di lavoro.

Nel capo II, sono state trattate le pause, i riposi e le ferie. Nel rispetto del dettato normativo in materia, è stata introdotta la pausa di 10 minuti di cui deve fruire il dipendente che lavora per più di sei ore continuative, e l’intervallo di mezz’ora nel caso in cui l’orario sia superiore alle sette ore e trenta minuti.

Nel primo caso, tenendo conto della sua brevità, dei disagi organizzativi e della maggior perdita di tempo complessiva che avrebbe comportato la sua segnalazione tramite badge, è stato deciso che la pausa avvenga in orario di lavoro; nel secondo caso, invece, la pausa deve essere debitamente segnalata e, in caso di mancata segnalazione, sarà comunque decurtata d’ufficio nei conteggi riepilogativi dell’orario.

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Brevissime

Concorsi e trasferimenti per docenti, ricercatori e personale tecnico amministrativo nelle gazzette ufficiali n. 39, 40 e 41.

Istituite le Università telematiche non statali “Pegaso” e “Unitel”.
Emanato il nuovo statuto del CILEA.
Pubblicato il DPR che autorizza le assunzioni in deroga.

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Appuntamenti


Dibattito sul referendum costituzionale

Mercoledì 14 Giugno 2006 alle ore 9.30
Università Roma Tre

"MAI PIÙ PRECARI!"
Nuove iniziative contro il lavoro precario

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