Conoscenzanews ed. scuola
  Direttore responsabile Ermanno Detti
Periodico telematico a cura della FLC Cgil
Via Leopoldo Serra, 31 - 00153 Roma
Tel. 06.585480 - fax 06.58548434
per contatti conoscenzanews@flcgil.it
 
Anno II n. 10 del 22 febbraio 2007
   
Sommario
   
Appuntamenti
 
Speciale
Le scuole, i bilanci e i fondi che non arrivano
Perché la trasparenza nell'assegnazione dei fondi e parametri certi
non bastano per dare alle scuole una piena autonomia finanziaria
 

La notizia. Vera emergenza le spese per le supplenze. Mancano anche i fondi delle contabilità speciali dei CSA

Sono solo di pochi giorni fa le rassicurazioni del Ministro Fioroni circa l’arrivo di risorse alle scuole, tramite le contabilità speciali dei CSA, per far fronte alla disastrosa situazione delle loro casse vuote che, tra l’altro,non consente di provvedere al pagamento dei supplenti, ai quali da mesi è negato il diritto al giusto riconoscimento del proprio lavoro. Dopo quelle  rassicurazioni si è pensato che finalmente si fosse giunti ad una soluzione positiva, seppur parziale per far uscire le scuole dal caos.

Ma sembra proprio che così non è! Infatti, diversi CSA hanno fatto sapere di non avere risorse nelle contabilità speciali per poter coprire i debiti delle scuole, essendo a loro volta indebitati. Insomma, non solo le scuole continueranno ad essere inadempienti rispetto a precisi compiti inerenti le loro funzioni, ma i supplenti continueranno ad aspettare uno stipendio che si allontana sempre più nel tempo.

Torna su

I nuovi strumenti. La dotazione finanziaria per singola scuola

Di recente sono stati individuati  i parametri nazionali per la definizione delle dotazioni finanziarie da attribuire alle scuole nonché l’applicazione della nuova norma sull’invio diretto dei fondi alle stesse,  come previsto dalla Finanziaria 2007: il Ministro dovrà emanare un D.M. che dia istruzioni su come le scuole dovranno procedere.

La finalità del provvedimento è quella di dotare le scuole di una vera autonomia finanziaria (come si era cominciato a fare prima dell’avvento Moratti), ma le difficoltà di questi delicati passaggi rischiano di non semplificare le cose, visto che finora ogni scuola ha ricevuto le risorse senza criteri oggettivi. Inoltre, dal momento che la scuola ha obblighi previsti dalla legge ai quali fare fronte, come per es. le spese per le supplenze, la carenza complessiva di risorse non può che incidere pesantemente sulla qualità dell’offerta formativa, impoverendola così su più fronti.

Quindi, il rischio che si corre è che, dopo aver riscontrato con il monitoraggio che i finanziamenti alle scuole hanno subìto una riduzione dal 2001 al 2006 anche del 60% in alcune situazioni, l’individuazione di parametri nazionali “secchi” potrebbe portare alla paralisi quelle scuole che hanno avuto una migliore capacità di spesa in questi anni e altre scuole all’impossibilità di spendere subito  e bene le risorse derivanti dai nuovi parametri per una “forzata” mancanza di progettazione.

Ad una prima illustrazione dei singoli parametri della dotazione ordinaria (calcolati su base annuale), fornita dal Ministero, che pure vanno ad individuare indicatori condivisi (tipologia di scuola, numero degli alunni, numero di sedi, presenza di alunni diversamente abili, numero di personale docente e ata, ecc.) ed integrazioni di ulteriori fabbisogni per quanto riguarda le supplenze brevi (i cui parametri sono calcolati sul 40% dei fondi disponibili), non può che generare la grande preoccupazione che tutto questo si sperimenta nella nota situazione di “povertà” in cui versano le scuole. E  non solo per i tagli subìti in tutto il quinquennio del governo di centrodestra, ma anche con quelli derivanti dal Decreto 223 del 2006, il cosiddetto decreto “tagliaspese” e con la Finanziaria 2007.

Torna su

Le richieste della FLC Cgil sui nuovi parametri

In merito ai parametri la FLC Cgil ha chiesto:

  1. una informativa completa sulle risorse che sono confluite nel “capitolone”, che finora è mancata;
  2. l’assegnazione già in prima battuta dei fondi contrattuali secondo i “moltiplicatori” previsti dal Ccnl senza ulteriori meccanismi compensativi, solo così si può dare certezza alla contrattazione;
  3. l’aumento dal 40% al 60% del parametro di “partenza” per le supplenze brevi;
  4. chiarezza sull’utilizzo dei fondi contrattuali per cui il principio “senza vincoli di destinazione” va letto in “collegamento funzionale” con le norme contrattuali e con il ruolo della contrattazione integrativa di istituto;
  5. momenti di formazione per il personale della scuola con il coinvolgimento diretto di Dirigenti e Direttori che per primi dovranno gestire le conseguenze della finanziaria (comma 601, art. 1).
Il Ministero, si è impegnato a dare  tutte le informazioni richieste con la massima trasparenza e a studiare le soluzioni possibili per non creare ulteriori disagi alle scuole, frutto di anni di scelte politiche ed economiche miopi.

Torna su

Cosa cambia nei bilanci delle scuole

Art. 1 comma 601 della Legge Finanziaria
I finanziamenti destinati direttamente alle scuole, euro 2.487.246.103,00, vengono accorpati nella “UPB” del bilancio del MPI denominata “Istituzioni scolastiche”. Fino al 2006 i fondi venivano gestiti attraverso le “UBP” degli USR.

Nel bilancio del MPI vi sono due capitoli centrali:

- 1023 - Fondo per le competenze dovute al personale, esclusi i ruoli di spesa fissa.
In questo capitolo sono confluititi i fondi relativi a: miglioramento dell’offerta formativa (Fis, aree a rischio, indennità accessorie, ore eccedenti gruppo sportivo, ecc.), supplenze brevi, indennità esami di Stato, idoneità, abilitazione esercizio libera professione, mensa gratuita agli insegnanti e oneri riflessi.

- 1024 - Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche.
In questo capitolo sono confluititi i fondi relativi a: funzionamento didattico e amministrativo, Tarsu, LSU, appalti di pulizia e compensi ai revisori, integrazione alunni diversamente abili.

Assegnazione diretta alle scuole
Non si usano più le contabilità speciali dei Csa, ma sarà lo stesso MPI che ogni 4 mesi accrediterà direttamente i fondi con ordini di pagamento intestati alla singola scuola.

Criteri per l’assegnazione dei fondi alle scuole
Si tiene conto della tipologia dell’istituzione scolastica, del numero degli alunni, del numero degli alunni diversamente abili, del numero delle sedi scolastiche.
Il Ministro definisce i parametri nazionali con un D.M. che è di prossima emanazione.
 
Utilizzo dei fondi
La scuola utilizza le risorse senza vincolo di destinazione, ma dovrà rispettare i vincoli istituzionali richiamati dall’art. 1, comma 2, del regolamento di contabilità (istruzione, formazione orientamento) e gli obblighi derivanti dalle leggi (es. assicurazioni obbligatorie) e dai contratti.

Il budget
L’assegnazione alla scuola di un budget di risorse certe e senza vincoli di destinazione è uno degli obiettivi previsti dal Regolamento dell’Autonomia Scolastica.

I problemi
I fabbisogni della scuola sono certamente superiori alle disponibilità su:
- Funzionamento didattico e amministrativo (111 milioni);
- Esami di Stato (138 milioni);
- Supplenze Brevi (565 milioni);
- Tia/ Tarsu (11 milioni).

All’appello mancano oltre 600 milioni di euro tagliati dalle diverse finanziarie e dai decreti taglia spese.
La scuola paga spese che sfuggono a qualsiasi capacità di programmazione (indennità di maternità, Tia, supplenze che si prolungano per tutto l’anno) e quindi è sbagliato per questo tipo di spese non prevedere un reintegro dei fondi sull’effettivo fabbisogno.
E’ vero che è stato previsto un meccanismo di perequazione che però non garantisce la copertura del 100% della spesa per effetto dei limiti di bilancio imposti dalla finanziaria.

Le contraddizioni
I fondi della Legge 440/97 che finanzia anche la III area dei professionali e per la formazione del personale circa 220 milioni di euro continuano ad essere gestiti secondo il vecchio sistema. Questi fondi sono allocati nelle “UBP” degli uffici scolastici regionali e arriveranno alle scuole tramite le contabilità speciali dei Csa.

Le regole per una buona contabilità
L’accorpamento dei capitoli era già previsto da un Decreto legislativo del 2000 con l’obiettivo di far crescere nelle scuole una cultura programmatoria garantendo loro un budget di risorse certe.
Adesso, a distanza di 7 anni, cambiare la gestione dei fondi in una situazione di riduzione generale di risorse, da un lato, e di aumento degli obblighi, dall’altro, avrà ripercussioni negative sulla qualità dell’offerta formativa.
E’ mancata una fase sperimentale che si rendeva indispensabile dal momento che questo cambio avviene con molto ritardo e in una situazione di autonomia sostanzialmente bloccata.
Per attribuire alle scuole una vera autonomia finanziaria sarebbe stato necessario partire innanzitutto dai loro reali fabbisogni e non limitarsi alla distribuzione dell’esistente secondo una logica rovesciata.
Per stessa ammissione del Mpi ci molte contraddizioni, a partire dalle sperequazioni tra le diverse regioni. Ci sono scuole che con gli stessi finanziamenti realizzano economie, mentre altre hanno dato fondo a tutti i loro risparmi e adesso vantano molti residui attivi, che corrispondo spesso ad altrettanti debiti contratti nei confronti del personale.
La mancanza di risorse, il permanere di due sistemi di accreditamento dei fondi, i gravami economici rimasti a carico dei bilanci delle scuole (es. supplenze lunghe), l’attività di controllo dal centro della loro spesa (monitoraggi), invadendo l’autonomia delle scuole, ci fanno dire che la buona volontà del MPI di regolare con meccanismi nuovi regole di buona contabilità, non basta per dare alle scuole una vera autonomia finanziaria.

Riepilogo parametri nazionali.

Spese supplenze (simulazione FLC Cgil).

Torna su

Educazione interculturale: il 26 e 27 febbraio, a Roma, Convegno internazionale promosso da CGIL e FLC

Le politiche dell’integrazione sono la grande sfida con cui ci dobbiamo confrontare per determinare nuove azioni destinate al rafforzamento della coesione sociale. I processi di globalizzazione determinano intensi flussi migratori dal Sud del mondo e dall'Est europeo verso i paesi dell'Occidente "sviluppato".

La presenza nel nostro paese di uomini e donne provenienti da queste aree del mondo sta modificando aspetti centrali della nostra vita: nel mondo del lavoro, negli insediamenti abitativi, nel confronto tra le fedi religiose, nei gusti e nei consumi, nel sistema dei media, nella scuola, tra le pareti domestiche: l'Italia è diventata una società multietnica. La scuola ha un ruolo determinante e l’educazione interculturale rappresenta la “traduzione” didattica della pedagogia interculturale. È una prospettiva di ricerca e una prassi pedagogica che nasce dalla necessità di un inserimento attivo degli allievi stranieri nella scuola  e da un ripensamento critico dei saperi fondamentali attualmente insegnati.

Questi temi saranno affrontati nel convegno internazionale al quale parteciperanno, tra gli altri, esperti di rilievo e i ministri: Fioroni, Amato e Ferrero.

Vai al programma.

Torna su

 

RIPRODUZIONE RISERVATA
Per ricevere le newsletter è possibile iscriversi dal sito www.flcgil.it.
Per consultare i numeri pubblicati delle diverse edizioni, clicca questo link.