Art. 1 comma 601 della Legge Finanziaria
I finanziamenti destinati direttamente alle scuole, euro 2.487.246.103,00, vengono accorpati nella “UPB” del bilancio del MPI denominata “Istituzioni scolastiche”. Fino al 2006 i fondi venivano gestiti attraverso le “UBP” degli USR.
Nel bilancio del MPI vi sono due capitoli centrali:
- 1023 - Fondo per le competenze dovute al personale, esclusi i ruoli di spesa fissa.
In questo capitolo sono confluititi i fondi relativi a: miglioramento dell’offerta formativa (Fis, aree a rischio, indennità accessorie, ore eccedenti gruppo sportivo, ecc.), supplenze brevi, indennità esami di Stato, idoneità, abilitazione esercizio libera professione, mensa gratuita agli insegnanti e oneri riflessi.
- 1024 - Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche.
In questo capitolo sono confluititi i fondi relativi a: funzionamento didattico e amministrativo, Tarsu, LSU, appalti di pulizia e compensi ai revisori, integrazione alunni diversamente abili.
Assegnazione diretta alle scuole
Non si usano più le contabilità speciali dei Csa, ma sarà lo stesso MPI che ogni 4 mesi accrediterà direttamente i fondi con ordini di pagamento intestati alla singola scuola.
Criteri per l’assegnazione dei fondi alle scuole
Si tiene conto della tipologia dell’istituzione scolastica, del numero degli alunni, del numero degli alunni diversamente abili, del numero delle sedi scolastiche.
Il Ministro definisce i parametri nazionali con un D.M. che è di prossima emanazione.
Utilizzo dei fondi
La scuola utilizza le risorse senza vincolo di destinazione, ma dovrà rispettare i vincoli istituzionali richiamati dall’art. 1, comma 2, del regolamento di contabilità (istruzione, formazione orientamento) e gli obblighi derivanti dalle leggi (es. assicurazioni obbligatorie) e dai contratti.
Il budget
L’assegnazione alla scuola di un budget di risorse certe e senza vincoli di destinazione è uno degli obiettivi previsti dal Regolamento dell’Autonomia Scolastica.
I problemi
I fabbisogni della scuola sono certamente superiori alle disponibilità su:
- Funzionamento didattico e amministrativo (111 milioni);
- Esami di Stato (138 milioni);
- Supplenze Brevi (565 milioni);
- Tia/ Tarsu (11 milioni).
All’appello mancano oltre 600 milioni di euro tagliati dalle diverse finanziarie e dai decreti taglia spese.
La scuola paga spese che sfuggono a qualsiasi capacità di programmazione (indennità di maternità, Tia, supplenze che si prolungano per tutto l’anno) e quindi è sbagliato per questo tipo di spese non prevedere un reintegro dei fondi sull’effettivo fabbisogno.
E’ vero che è stato previsto un meccanismo di perequazione che però non garantisce la copertura del 100% della spesa per effetto dei limiti di bilancio imposti dalla finanziaria.
Le contraddizioni
I fondi della Legge 440/97 che finanzia anche la III area dei professionali e per la formazione del personale circa 220 milioni di euro continuano ad essere gestiti secondo il vecchio sistema. Questi fondi sono allocati nelle “UBP” degli uffici scolastici regionali e arriveranno alle scuole tramite le contabilità speciali dei Csa.
Le regole per una buona contabilità
L’accorpamento dei capitoli era già previsto da un Decreto legislativo del 2000 con l’obiettivo di far crescere nelle scuole una cultura programmatoria garantendo loro un budget di risorse certe.
Adesso, a distanza di 7 anni, cambiare la gestione dei fondi in una situazione di riduzione generale di risorse, da un lato, e di aumento degli obblighi, dall’altro, avrà ripercussioni negative sulla qualità dell’offerta formativa.
E’ mancata una fase sperimentale che si rendeva indispensabile dal momento che questo cambio avviene con molto ritardo e in una situazione di autonomia sostanzialmente bloccata.
Per attribuire alle scuole una vera autonomia finanziaria sarebbe stato necessario partire innanzitutto dai loro reali fabbisogni e non limitarsi alla distribuzione dell’esistente secondo una logica rovesciata.
Per stessa ammissione del Mpi ci molte contraddizioni, a partire dalle sperequazioni tra le diverse regioni. Ci sono scuole che con gli stessi finanziamenti realizzano economie, mentre altre hanno dato fondo a tutti i loro risparmi e adesso vantano molti residui attivi, che corrispondo spesso ad altrettanti debiti contratti nei confronti del personale.
La mancanza di risorse, il permanere di due sistemi di accreditamento dei fondi, i gravami economici rimasti a carico dei bilanci delle scuole (es. supplenze lunghe), l’attività di controllo dal centro della loro spesa (monitoraggi), invadendo l’autonomia delle scuole, ci fanno dire che la buona volontà del MPI di regolare con meccanismi nuovi regole di buona contabilità, non basta per dare alle scuole una vera autonomia finanziaria.
Riepilogo parametri nazionali.
Spese supplenze (simulazione FLC Cgil).
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