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Anno II n. 40 del 9 giugno 2006
   
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Andiamo a votare al referendum sulla riforma della Costituzione e diciamo no

Il 25 e il 26 giugno i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi sulla riforma costituzionale approvata dal Governo di centrodestra del precedente Parlamento a colpi di maggioranza.

La Costituzione consegna ai cittadini la possibilità di cancellare questa riforma che stravolge l’impianto stesso della nostra società nata dalla Resistenza e fortemente ancorata alla difesa dei diritti di tutti.

Di questo referendum, dal cui esito discende la stessa tenuta della democrazia italiana, si parla pochissimo e troppo spesso in modo reticente e poco chiaro.

La CGIL è stata impegnata a raccogliere le firme e ora è in prima fila per sostenere la massima partecipazione al voto e per un no che cancelli il testo che la passata legislatura ha approvato. Il 5 giugno si è tenuta una significativa iniziativa promossa dalla CGIL, FLC Cgil, UDS e UDU che ha visto la partecipazione congiunta di importanti costituzionalisti e di studenti.

La FLC opera con piena e assoluta convinzione per la vittoria netta del NO, riconoscendosi nella scelta di unità del Paese (pensiamo alla necessità di aiutare lo sviluppo del Mezzogiorno), nella tutela e l’estensione dei diritti (pensiamo alla battaglia contro il precariato dei settori della conoscenza), ma anche nella importanza di conservare la memoria storica su cui tutta la nostra società e la nostra cultura deve continuare a poggiarsi.

Invitiamo, quindi, tutti i compagni e colleghi del mondo della ricerca ad impegnarsi a fondo per la vittoria del NO.

Leggi il numero speciale di Conoscenza news.

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Il Ministro Mussi inizia ad affrontare le problematiche della ricerca

E’ certo grande  da parte del mondo della ricerca pubblica l’attesa di interventi volti a cambiare la politica del Governo sulla ricerca: tanto grande che ogni anche piccola azione viene studiata con particolare attenzione. Ma i primi interventi del nuovo Ministro riguardanti la ricerca vanno sicuramente nella direzione corretta perché sono caratterizzati da due elementi: l’aggancio all’Europa e la valorizzazione dell’autonomia.

Il primo intervento, molto discusso nel mondo politico, è stato il ritiro della firma italiana ad un documento di alcuni, pochi paesi europei teso a non finanziare la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Su questo intervento il Direttivo Nazionale della FLC ha approvato un ordine del giorno.

Ma il Ministro ha contemporaneamente scelto di ricollocare pienamente l’Italia nel contesto europeo, dove la ricerca di base è finanziata più di quella applicata perché senza la prima la seconda deperisce e muore, dove è nato e comincia ad operare il Consiglio europeo della ricerca e dove ciò che conta non è la politica e le ideologie ma l’eccellenza scientifica.

Vale la pena di ricordare che l’Europa ha deciso di far nascere una agenzia per il finanziamento della ricerca di base. Si tratta di un fatto di estrema importanza prima di tutto per la volontà così manifestata di non tagliare la filiera della ricerca, riducendo i finanziamenti alla ricerca spontanea. Quando ciò avviene, infatti, si riduce fortemente la potenzialità della ricerca anche nei suoi riflessi sull’innovazione. Ma la scelta europea è stata anche quella di selezionare i componenti il consiglio scientifico e, a cascata, le proposte da finanziare solo in base alla valutazione scientifica. Entrambi questi motivi portarono il precedente governo italiano a opporsi alla nascita dell’organismo europeo.

Ora assistiamo ad un cambio di rotta ed occorre che questa impostazione si trasferisca nelle urgenze del sistema degli enti pubblici italiani dove i ricercatori ed il personale tutto non ne può proprio più.

Buon lavoro Ministro. La FLC non smetterà di spingere perché le promesse fatte in campagna elettorale e lo spirito del programma dell’Unione vengano al più presto realizzate.

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L’Europa pensa di far nascere un Istituto di Tecnologia

Il documento dell’Etuce in risposta alla consultazione sulla realizzazione dell’Istituto Europeo di Tecnologia è totalmente condivisibile ed in linea con le posizioni della FLC.

Aggiungiamo solo due considerazioni: la prima in realtà già contenuta implicitamente nel documento. Non vorremmo che i finanziamenti all’istituto di tecnologia fossero ottenuti tagliando quelli alla agenzia per la ricerca di base di cui parliamo nel pezzo precedente. Sarebbe un grave errore

La seconda considerazione deriva dall’esperienza italiana. Il Governo di centro destra scelse di far nascere il MIT italiano, pensando che un ente di ricerca di eccellenza possa essere creato dal nulla. Il risultato, dopo tre anni, è che i soldi dedicati all’iniziativa non sono stati spesi e nessuna ricerca è stata prodotta per il semplice motivo che non ci sono i ricercatori che avrebbero dovuto operare nell’IIT. Non vorremmo che l’Europa facesse lo stesso errore. Per questo siamo favorevoli a spingere per la creazione di una rete che leghi e coordini le diverse realtà operanti nei paesi comunitari e le incentivi a creare un ponte con le imprese.

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Il CNR continua ad essere in alto mare

Sul fronte dell’applicazione del contratto nazionale di lavoro, l’accordo sui passaggi orizzontali, anche se dopo 4 anni e, quindi troppo tardi per molti degli aventi diritto che non hanno potuto essere valutati per la progressione di carriera nei profili in cui correttamente avrebbero dovuto essere inseriti, è stato finalmente siglato.

Invece l’applicazione dell’art. 64 può solo essere definito una odissea e non è ancora arrivato al termine. I ricorsi si moltiplicano e la trasparenza dei criteri utilizzati dalle diverse commissioni è assolutamente carente.

La Presidenza continua ad operare per il riordino sulla base di un modello di ente addirittura peggiore della pur pessima legge di riforma.

I precari si moltiplicano e aspettano tempi migliori. La FLC ripete la richiesta di assunzioni in numero consistente ed in tempi rapidi, se non si intende far morire l’ente.

Intanto, si moltiplicano i segnali di come il Presidente del CNR continui ad operare ignorando l’esistenza della comunità scientifica. E’ stata appena resa pubblica una lettera di 4 eletti dai ricercatori nel Consiglio Scientifico Generale in cui si segnala la nomina da parte del Consiglio di Amministrazione dei Responsabili di Progetto senza neppure sentire i Consigli Scientifici dei Dipartimenti appena costituiti. Siamo passati dal “parere obbligatorio ma non vincolante” a quello facoltativo quando il Presidente e/o i Direttori dei Dipartimenti lo ritengono opportuno.

Considerando la situazione globale del CNR la FLC fa un appello alla comunità scientifica per una manifestazione che segnali al Ministro ed al Governo che  un intervento è assolutamente urgente.

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L’Agenzia Spaziale Italiana deve uscire dal tunnel

Da anni ormai all’ASI il clima è insostenibile: i diritti dei lavoratori, a cominciare da quello di avere un contratto di lavoro legittimamente stipulato, sono cancellati, le relazioni sindacali sono inesistenti, ma il ruolo stesso di agenzia per l’assegnazione dei fondi al settore spaziale e astrofisica è assolutamente minato.

Sanno bene questo i precari che non possono più essere pagati nel CNR, nell’INAF o nell’INFN perché i fondi (cospicui) che l’ASI riceve dal Ministro non vengono distribuiti, ma anche i lavoratori delle imprese del settori messi in cassa integrazione. E lo sa bene anche l’ESA (l’Agenzia spaziale europea) che misura costantemente la latitanza dell’ASI che fa mancare i fondi nel corso stesso delle missioni inizialmente finanziate.

La FLC ha deciso di affrontare la situazione con estrema decisione, a partire dagli aspetti contrattuali, ma, insieme con i lavoratori dell’ente intende far emergere tutta la gravità della situazione coinvolgendo tutto il settore della ricerca spaziale, le imprese e chiedendo alle forze politiche un intervento di assoluta inversione di rotta.

Il giorno 8 si è svolto un incontro di contrattazione in cui la FLC, a fronte dell’incredibile posizione dell’ASI che rifiuta di applicare gli automatismi contrattuali del comparto di provenienza, ha ribadito la propria posizione con estrema chiarezza.

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Al nuovo ministro dell’ambiente chiediamo un intervento immediato sull’APAT

Più volte in questo bollettino abbiamo segnalato la protervia della direzione dell’APAT, un'Agenzia priva di autonomia, nella quale le caratteristiche burocratico-amministrative si sono sempre più imposte a svantaggio di quelle tecnico-scientifiche, al contrario svilite, regolata da uno Statuto imposto dalla politica ministeriale che ha amplificato le contraddizioni già largamente presenti sul piano legislativo.

La possibilità di lavorare del personale è stata costantemente messa a dura prova ed ogni corretta relazione sindacale, volta a tutelare i lavoratori, è stata impedita.

I lavoratori dell’APAT continuano a non essere unificati in un solo contratto di lavoro, il precariato cresce in modo incontrollato, è già stato superato il 50%.

Esiste quindi l’urgenza di intervenire sull’ente con alcune azioni immediate e con un progetto di medio-lungo termine. Per questi motivi la FLC ha chiesto un incontro al Ministro dell’ambiente.

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Piccoli passi avanti per il  rinnovo del contratto ENEA

Si sono tenute due riunioni per il rinnovo del contratto dell’ENEA, scaduto da 54 mesi (lo ripetiamo sempre), una per approfondire i temi dell’ordinamento ed uno quelli economici.

Il prossimo incontro sarà il 14 e speriamo che sia la volta buona!

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Problemi anche all’INFN

L’effetto della politica del passato Governo ora si dimostra in tutta la sua negatività anche sull’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che fino ad oggi era riuscito, bene o male, a salvarsi.
Alle difficoltà finanziarie si aggiungono le disfunzioni della Direzione dell’ente e questo ricade sui lavoratori.

Per questi motivi le OO.SS. hanno indetto unitariamente una manifestazione per il 23 giugno in occasione del Consiglio Direttivo.

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Fare il proprio dovere è un atto di responsabilità

Un lavoratore della scuola, nel manifestare la sua solidarietà a Epifani contestato a Varese quando ricordava che cosa i lavoratori hanno fatto per difendere le fabbriche dai nazisti occupanti, ci ricorda che mettere la cultura, la conoscenza, il sapere al primo posto è un valore troppo spesso perduto. La FLC è nata proprio per ridare importanza e centralità a questo valore. Leggi la notizia.

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Prosegue la campagna “Mai più precari!”

Continuano le iniziative nei diversi enti di ricerca per la soluzione del problema del precariato ed stata definita una  bozza di piattaforma per il CNR. A partire da questa bozza, preparata considerando gli aspetti specifici del precariato al CNR, e da quelle che nei prossimi giorni verranno messe a punto per gli altri enti, insieme con i precari si andranno a stendere le piattaforme e su queste si faranno partire in tempi brevi trattative ed iniziative specifiche.

La soluzione del problema del precariato richiede che si dia una risposta a quanti oggi operano negli enti, ma anche che si definiscano modalità per la formazione ed un canale unico di reclutamento che sia coerente con le indicazioni europee, con le richieste dei precari e con le esigenze del mondo della ricerca.

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Brevissime

Concorsi Ricerca. I bandi in Gazzetta Ufficiale n. 39 e 41.

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Appuntamenti

 

Dibattito sul referendum costituzionale
Mercoledì 14 Giugno 2006 alle ore 9.30
Università Roma Tre

"MAI PIÙ PRECARI!"
Nuove iniziative contro il lavoro precario

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