Il programma della FLC contiene precise indicazioni sulle urgenze che sono di fronte al mondo della politica se si vuole che la ricerca italiana continui ad esistere e assuma il suo ruolo fondamentale, da tutti a parole ribadito, per lo sviluppo del Paese.

Dopo le elezioni, che hanno prodotto il tanto auspicato cambio di maggioranza, noi non possiamo che ribadire quei contenuti sottolineando proprio la loro urgenza.

Del resto le notizie che hanno tanta parte in queste news rendono ancora più tangibile la situazione attuale.

In questo numero, a parte la notizia positiva sulla conclusione del lungo iter del contratto nazionale, finalmente firmato definitivamente e in vigore, tutto il resto illustra le difficoltà in cui tutti gli enti di ricerca si trovano.

Nell’augurare a tutti buona Pasqua, prendiamo ancora una volta l’impegno a batterci per la ricerca pubblica, per i lavoratori che operano in questo settore e per il mondo dei precari che riempiono i nostri enti. A tutti i compagni e colleghi chiediamo l’aiuto e la collaborazione perché ci sia velocemente quell’inversione di rotta che non può più attendere.

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Il 7 aprile è finalmente avvenuta la sottoscrizione definitiva del Contratto Nazionale di lavoro del comparto ricerca.

Il contratto entra in vigore quando è già scaduto da un po’ più di tre mesi, ma per fortuna contiene numerosi punti innovativi per tutti i lavoratori, compreso il variegato mondo dei precari.

I nuovi stipendi dovranno essere pagati entro trenta giorni.

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Con questo titolo che ci rimanda anche ad un articolo del Segretario Generale della FLC Enrico Panini, riassumiamo le nostre richieste, i nostri appelli al mondo della politica.

Continueremo a farlo fino a quando in tutti gli enti questa libertà non sarà stata conquistata a partire dalle migliaia di giovani (o non più tanto giovani) che sono invisibili per chi governa sia il paese sia gli enti di ricerca.

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Il  personale della ricerca il 30 marzo ha manifestato in massa per liberare la ricerca e gli enti, a cominciare dal CNR, dalle pressioni gerarchiche, politiche e burocratiche, ha chiesto di partecipare e di essere ascoltato.

La direzione dell’ente prosegue impassibile nella sua opera di deformazione del CNR e della natura stessa di ente di ricerca e fa partire i concorsi per i direttori degli istituti che ha deciso possano essere mantenuti con motivazioni varie, tra le quali è totalmente assente la valutazione scientifica. Tra pochi giorni completerà gli organigrammi con i consigli scientifici dei dipartimenti. Analoga solerzia non la dimostra, invece, nell’espletamento dei concorsi per il Mezzogiorno che, banditi quasi due anni fa, non si concluderanno certo prima della scadenza fissata dal Governo e quindi rischiano di essere inutili. I nuovi posti di lavoro aspettano!

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L’11 aprile, malgrado la fatica elettorale e il vento fortissimo, i lavoratori dell’INAF sono arrivati numerosi a Monte Mario per ricordare al Presidente ed al Consiglio di Amministrazione che gli impegni si rispettano, i diritti dei lavoratori non sono merce da svendere e la ricerca e l’autonomia dell’ente va difesa.

Il Presidente è apparso condividere le richieste e di fronte a tante persone entrate nella sala del Consiglio di Amministrazione ha preso degli impegni precisi. Peccato che tali impegni, che avevano come scadenza la giornata di ieri 12 aprile, siano stati rispettati solo per una minima parte.

Il Presidente ha, infatti, inviato una lettera per indicare quando e come verranno aggiornati gli stipendi e verranno dati gli arretrati a coloro che provengono dal CNR e analogamente quali anticipi avrà il personale degli ex Osservatori. Nulla ha invece detto sugli altri punti sui quali aveva preso un impegno preciso.

La mobilitazione continua, ma temiamo proprio di doverla far crescere subito dopo Pasqua.

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Il 10 aprile è ripresa la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da 4 anni e tre mesi e che quindi sarà firmato dopo la sua scadenza.

Purtroppo anche questo incontro non ha portato dei significativi passi avanti e il tempo continua a passare con il personale che è sempre in attesa ed in sofferenza, anche economica.

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Il Governo ancora in carica, subito prima delle elezioni, approva un decreto per definire i numeri di coloro che possono essere assunti nel Pubblico Impiego in deroga al blocco delle assunzioni.

Peccato che ancora una volta il Governo si sia dimenticato di quello che da tutte le parti viene definita una emergenza, cioè della ricerca. Quindi i precari degli enti guardano e aspettano.

In realtà il Governo ad oggi si è anche dimenticato di rendere pubblica e quindi effettiva la sua decisione: non c’è traccia del decreto se non nei comunicati stampa del Governo e nelle dichiarazioni pre elettorali dei Ministri e non è disponibile la tabella con la descrizione delle assegnazioni.

Oramai le elezioni sono passate e neppure le briciole ci saranno?

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• Concorsi Enti Pubblici di Ricerca. In Gazzetta Ufficiale i bandi (n. 21, 21, 24)

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