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Direttore responsabile Ermanno Detti |
Periodico telematico a cura della FLC Cgil
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per contatti conoscenzanews@flcgil.it
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Anno I n. 14 del 3
novembre 2005 |
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Editoriale |
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Notizie |
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Servizi e Rubriche |
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Contratto
ricerca... e non solo |
Questo
numero è quasi totalmente dedicato alla situazione del contratto
nazionale di lavoro del comparto ricerca. La
situazione infatti non è più sostenibile. Questo Governo
che non perde occasione di affermare l'importanza della ricerca
e di vantarsi di avere preso iniziative per la valorizzazione del
personale, ha in questi quattro anni ridotto il settore in
situazioni che non sono neppure più di pura sopravvivenza. Tutte
le leggi finanziarie, compresa quella che sta per essere varata,
le diverse manovre di riduzione della spesa, operano in modo
drammatico sugli enti pubblici di ricerca.
A
tutto questo si aggiunge il ritardo inaccettabile del rinnovo del
contratto. Su tutti questi argomenti ci soffermiamo in questo
numero descrivendo lo stato attuale delle trattative e le
iniziative prese che, a meno di novità positive, continueranno.
Purtroppo
una consistente parte di responsabilità sul mancato rinnovo del
contratto ricade anche sui presidenti degli enti che non hanno
fino ad oggi mostrato nessuna concreta volontà di far sentire la
loro voce, mentre dovrebbero essere interessati quanto i
lavoratori al buon esito delle trattative.
Dedicheremo
due notizie al problema del precariato negli enti di ricerca che
assomma a circa il 50% del personale che vi opera e che per la
varietà di forme di rapporto di lavoro è spesso invisibile,
sempre senza diritti e ricattabile, ma indispensabile al buon
funzionamento degli enti. Ricordiamo a puro titolo di esempio che
il 50% della produzione di ricerca italiana è opera di personale
precario (fonte CRUI).
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Settimana
di mobilitazione per il contratto ricerca |
Dal
24 al 31 ottobre in tutti gli enti di ricerca si sono tenute
assemblee ed iniziative per segnalare la situazione non più
tollerabile che vede il contratto di lavoro, scaduto ormai
da 46 mesi, ancora non rinnovato.
Il
26
ottobre i lavoratori dell'Istat hanno occupato la sala stampa
dell'Istituto bloccando così l'emissione dei dati sulle
retribuzioni.
Sempre il 26 presso il CNR una folta assemblea ha incontrato il
Presidente dell'Ente Prof. Pistella e gli ha chiesto che il
Comitato di settore, a cominciare dal rappresentante del maggiore
ente, decidesse finalmente di prendere posizione con l'ARAN per
accelerare l'iter contrattuale per ora solo iniziato.
Al Presidente del CNR, così come il 27
ottobre
a quello dell'ISS, nonché Presidente del Comitato di Settore,
Prof. Garaci, dopo aver ricapitolato i principali punti contenuti
nella nostra bozza contrattuale è stato richiesto di specificare
la propria posizione sui temi più controversi come quello
dell'ordinamento e di essere presenti come delegazione del
Comitato di Settore al tavolo delle trattative.
Il giorno 28 una delegazione ha incontrato il Presidente dell'INFN,
Prof. Petronzio, e
l'intero Consiglio Direttivo. In parallelo in varie sezioni
dell'Ente si sono tenute analoghe assemblee e, ad esempio a
Genova, una mozione del personale ha chiesto al Consiglio ed al
Direttore di Sezione che si facessero portavoci del disagio
del personale di fronte all'indifferenza ed all'inerzia
dimostrata fino ad oggi dal Comitato di Settore e dall'ARAN.
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L'ARAN
decide di presentare una bozza per il rinnovo del contratto |
Mentre si svolgeva la settimana di mobilitazione, forse proprio in
risposta a ciò, l'ARAN convocava le OO.SS. e consegnava loro il
primo testo scritto, la prima bozza dopo 4 mesi di pseudo incontri
e dopo 48 mesi di contratto scaduto. Su tale bozza
ancora parziale e troppo vaga,
ed in particolare sulla parte relativa all'art.
64 si andrà a discutere il giorno 4 novembre. Speriamo che prima di
tale data il Comitato di Settore e l'ARAN si parlino e
finalmente l'ARAN si presenti al tavolo con una proposta
condivisibile.
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Contratto
ricerca: per il comportamento del Governo si rischia lo
slittamento al 2006 |
Se non è ancora chiaro che cosa succederà sul contratto della
ricerca con la Legge Finanziaria 2006, i cui contenuti continuano a
cambiare (anche se le limitazioni attualmente previste creeranno
numerosi problemi alle trattative per il salario accessorio del
2005 ed in particolare faranno correre il rischio di restituire i
soldi a quanti avessero già concluso le trattative e renderanno
molto difficile concluderle quando ancora non lo si è fatto) è
invece già chiarissimo il comportamento
dilatorio del Governo.
Infatti, il
rinnovo del contratto per il settore ricerca è, per quanto
riguarda il quadriennio normativo ed il primo biennio economico,
tra quelli (circa 800.000 persone) per i quali il confronto è
iniziato in ritardo (42 mesi) a causa dei tempi lentissimi di
arrivo dell'atto di indirizzo.
Per
il II biennio economico è invece tra quelli (circa 820.000
persone) per i quali il Governo non ha ancora approvato l'atto
di indirizzo. Il rischio di rinvio al 2006 è quindi molto forte!
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Un'altra
manovrina economica da parte del Governo |
Il
provvedimento con cui il Governo tenta di recuperare la sua
incapacità politica a gestire l'economia del paese, ovvero la manovrina
bis per il 2005, è una nuova occasione per accanirsi contro gli
Enti Pubblici di Ricerca anticipando i tagli che saranno ripetuti
con la nuova manovra economica per il 2006.
La riduzione generale agisce sugli Enti Pubblici di Ricerca
riducendo almeno del 10% le risorse già assegnate e comunque i
risparmi non impegnati entro Giugno 2006. Sono esclusi l'ISS e
l'ISPESL.
Ma al danno si aggiunge la beffa:
infatti, segnala La
Repubblica che nelle
tabelle della Legge finanziaria mancano le risorse destinate alla
Missione Antartide. Lo scorso anno questa missione aveva visto
assegnati 28.505 + 28.505 Euro, oggi nulla. Né il Fondo di
finanziamento degli enti di ricerca è stato incrementato:
ignorando la svalutazione risulta dello 0,37% più basso. Invece
la manovrina lo ridurrà del 10% già da quest'anno.
Tutto questo dopo appena un mese da quando il Ministro Moratti, alla
presenza di Berlusconi e Chirac, aveva firmato un accordo per la
collaborazione italo-francese in Antartide per i prossimi 10 anni.
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Elezioni
delle RSU |
All'ENEA
è stato sottoscritto un protocollo
di intesa per le elezioni delle RSU che si terranno il 5, 6 e 7
dicembre 2005 in cui con una dichiarazione a verbale le OO.SS. si
impegnano presso le proprie Confederazioni affinché il diritto di
voto e di rappresentanza sindacale venga esteso anche al personale
titolare di un contratto a tempo determinato pluriennale.
Già
in queste elezioni si potrebbe lanciare un segnale concreto: in
altri enti di ricerca si è infatti già sperimentata la
possibilità di eleggere, con una elezione separata gestita anche
dalla sola CGIL, qualche tempo determinato da portare poi nelle
trattative nell'ambito della delegazione nostra.
Sempre a proposito delle
elezioni per le RSU, ma facendo riferimento al comparto
ricerca, l'ARAN, a seguito dell'accordo quadro sulla
collocazione dei ricercatori nel comparto, ha dichiarato la sua
disponibilità ad "affrontare e risolvere quanto prima i
problemi da ciò derivanti". Per noi ciò significa andare al più
presto all'elezione delle RSU per ricercatori e tecnologi.
Ovviamente questa nostra volontà non deve essere interpretata
come una delegittimazione delle RSU elette lo scorso anno. Queste
infatti sono state elette nel pieno rispetto delle leggi e norme
allora vigenti. Quello che deve succedere quanto prima è
l'integrazione di tali RSU con quelle elette da ricercatori e
tecnologi. In tale occasione, come FLC insisteremo per dare il
diritto di voto anche al personale con contratto a tempo
determinato in piena coerenza con la nostra posizione.
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I
precari nella ricerca |
L'organico
del personale negli Enti di Ricerca è ormai composto da un
altissimo numero di giovani, con contratti precari quindi
sottopagati e senza diritti, che svolgono compiti fondamentali sia
fra i ricercatori che
fra i tecnici amministrativi e, spesso, da troppo tempo.
Al
di là di quella che sarebbe la giusta ambizione di questi giovani
ad avere delle certezze per il loro futuro, è impressionante
vedere come il Governo decida, ancora una volta, di far pagare ai più
deboli i buchi del bilancio: infatti la legge finanziaria non solo
reitera, solo per gli Enti di Ricerca, il blocco delle assunzioni,
ma prevede la riduzione del 40% del costo dei contratti a tempo
determinato e delle collaborazione coordinate e continuative. I
risparmi quantificati dal
Tesoro per gli Enti di Ricerca raggiungono una cifra
spaventosamente alta ottenuta,
nonostante imminenti massicci pensionamenti,
mandando via promettenti ricercatori, o tecnici
amministrativi, comunque
giovani, che sono indispensabili al funzionamento di queste
istituzioni. Alla
faccia della lotta alla fuga di cervelli. Il Governo decide di non
investire sul futuro dell'Italia sperperando anche il
patrimonio che questi giovani rappresentano, essendo stati formati
ad alto livello con risorse ed in strutture pubbliche.
La FLC
Cgil
ha sempre considerato fra le sue priorità quella di garantire a questi
lavoratori e lavoratrici quei diritti che sono negati dal
rapporto di lavoro precario, come già è stato fatto in alcuni
enti di ricerca, garantendo loro il riconoscimento della malattia,
del congedo obbligatorio per maternità (magari con integrazione
da parte dell'Ente dell'assegno per maternità), delle ferie,
contrattando un contratto tipo che omogeneizzi i diritti ed i
trattamenti retributivi.
Ora
è in corso una difficile e lunghissima trattativa per il rinnovo
del contratto ricerca e abbiamo posto subito la necessità di affrontare questo argomento;
sappiamo che l'ARAN rifiuta, appellandosi al Dlgs 165/01, di
regolamentare con il contratto le forme di lavoro flessibile
diverse dal tempo determinato, ma ciò non toglie che si possono
approntare degli strumenti che permettono al sindacato per lo meno
di conoscere la reale situazione esistente negli enti che spesso
sfugge alle stesse amministrazioni e, quindi, poter iniziare delle
trattative sia per ottenere dei diritti sia per ragionare su una
programmazione di assunzioni del personale che in qualche modo
riconosca i servizi prestati nelle amministrazioni.
Nella
settimana di mobilitazione che ha visto coinvolti tutti gli
Enti di Ricerca, la FLC
Cgil
ha sempre invitato i Presidenti degli Enti, a prendere delle
posizioni ufficiali contro la legge finanziaria e a dare mandato
all'ARAN di inserire norme cogenti sul precariato nel contratto
ricerca, in modo da poter trovare delle soluzioni nella
contrattazione integrativa.
Un altro
scoglio, che sembra insormontabile, è quello di garantire a
questi lavoratori e lavoratrici il diritto alla rappresentanza: la
FLC Cgil
ha sempre chiesto di estendere il diritto di elettorato attivo e
passivo nelle elezioni delle RSU almeno a quanti hanno un
contratto a tempo determinato. Non è stato possibile anche per
l'opposizione di alcuni sindacati, ma crediamo che come FLC Cgil
dobbiamo comunque garantire la presenza del personale precario
nelle delegazioni di contrattazione integrativa.
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Il
Congresso della FLC ed il precariato |
La
Segreteria Nazionale della FLC ha approvato un ordine del giorno
che sarà portato a tutti i Congressi che si stanno per svolgere
dove si riafferma il no alla precarizzazione nei nostri settori. Per quanto riguarda il settore della ricerca questo
significa:
- combattere
la precarietà nella ricerca perché non coerente con la qualità
della ricerca da produrre (come anche
la Commissione
Europea
ha recentemente affermato) e con l'efficacia dei servizi da
offrire;
- riconoscere
la necessità di riportare coesione fra i lavoratori, sia combattendo la frantumazione delle
forme contrattuali che fa venir meno la compattezza, la solidarietà
e la partecipazione ai fini istituzionali dei lavoratori precari,
sia favorendo l'unicità della rappresentanza sindacale per
ricondurre i lavoratori tutti, precari e non, all'organizzazione
del lavoro collettiva finalizzata agli obiettivi e ai fini
istituzionali, sia garantendo a tutti il diritto di eleggere le
proprie rappresentanze sindacali;
- assumere
l'obiettivo della stabilizzazione degli attuali precari e del
superamento di tutte le forme di esternalizzazione, ma nel
frattempo perseguire l'obiettivo dell'allargamento delle
tutele e delle garanzie per gli attuali precari, in particolar
modo per quei lavoratori che
non sono titolari di un contratto di lavoro, come assegnisti,
borsisti, co.co.co ....
Tutti
questi punti sono del resto presenti e concretizzati nella
piattaforma che da alcuni anni abbiamo definito con quelle forze
sindacali e quelle associazioni che operano a contatto con i
precari, in particolare con l'ADI.
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I
congedi
parentali per l'handicap spettano
anche ai fratelli quando i genitori sono impossibilitati |
L'INPS, con la recente circolare
n. 107 del 29 settembre 2005, recepisce una sentenza della Corte Costituzionale del 16 giugno
2005 in
materia di congedo parentale retribuito. L'art. 45 c. 5 del
d.lgs n. 151/2001 (testo unico sulla maternità), modificato
dall'art. 3 comma 106 della L. 350/2003, riconosce alla
lavoratrice madre o, in alternativa, al lavoratore padre o, dopo
la loro scomparsa, ad uno dei fratelli o sorelle conviventi di
soggetto con handicap in situazione di gravità di cui all'art.
3 c. 3 della L. 104/92, accertata dall'apposita commissione ASL
ai sensi dell'art. 4 c. 1, il diritto a fruire di un periodo
(continuativo o frazionato) di congedo retribuito non superiore a
2 anni per assistenza al figlio. La Corte, a giugno scorso, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale
dell'art. 42 c. 5 del d.lgs n. 165/01 nella parte in cui prevede
che il fratello, o la sorella, non ne possano fruire nei casi
in cui i genitori siano impossibilitati a provvedere, ma solo in
caso di loro scomparsa. In pratica la Corte equipara
l'impossibilità del genitore a provvedere all'assistenza,
alla sua scomparsa. La
circolare
Inps, recepisce la
suddetta sentenza e fornisce ulteriori precisazioni in merito.
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Brevissime |
Concorsi
Enti Pubblici di Ricerca. In
Gazzetta Ufficiale i bandi
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