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Anno II n. 72 del 29 novembre 2006
   
Notizie
   
Agenda
 

Nasce la confederazione internazionale dei sindacati

La International Trade Unions Confederation (ITUC) - Confederazione Internazionale dei Sindacati (Cis), in italiano – nasce dall’unione di due grandi confederazioni internazionali, l’International Confederation of Free Trade Unions (ICTFU) e la Confédération Mondiale du Travail (CMT). L’obiettivo del nuovo soggetto sindacale mondiale, così come espresso dal Congresso costitutivo, è quello di diventare “lo strumento di nuovo internazionalismo sindacale a vantaggio di tutti i lavoratori”, per questo è richiesto agli affiliati “di unirsi in uno sforzo comune affinché la loro solidarietà e la loro influenza possano essere gli strumenti per un futuro migliore in un mondo più giusto”.

Il nuovo sindacato internazionale dovrà misurarsi con una serie di problemi che inevitabilmente ne segneranno il destino: il ruolo di un sindacato mondiale nello scenario economico e politico caratterizzato dalla globalizzazione; la lotta contro la povertà e a favore dei diritti umani, sociali ambientali e sindacali: il rapporto con i governi e con le istituzioni internazionali; il rapporto con le società multinazionali e il loro strapotere, per giungere ad un’effettiva responsabilità sociale del loro operato; il rapporto con le Federazioni sindacali internazionali. Tutti nodi delicati che la Cis intende affrontare apertamente, secondo quanto indicato dalla risoluzione approvata dal Congresso.

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Direttiva Bolkenstein. La campagna dei sindacati europei dopo l’approvazione

L’approvazione della Direttiva sui servizi pubblici da parte dal Parlamento europeo, avvenuta il 15 novembre in seconda lettura, apre una nuova fase di azioni e di mobilitazioni per i sindacati europei. La CES ha deciso di lanciare una campagna per raccogliere un milione di firme a sostegno di una petizione che chieda alla Commissione di presentare una sua direttiva-quadro sui servizi d’interesse generale.

L’idea di fondo è che il mercato interno della UE non debba diventare uno strumento per scardinare il modello sociale europeo. La CES ha chiesto alla Presidenza finlandese una chiara presa di posizione in questa direzione nelle sue conclusioni di mandato a dicembre. Inoltre, sul tema della definizione dei servizi d’interesse generale nel Parlamento europeo, oltre ad una proposta già presentata dal Pse che punta a regolamentare soprattutto i servizi d’interesse economico generale, è stato approvato il cosiddetto Rapporto Rapkay sul Libro Bianco sui servizi d’interesse generale.

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Continua la mobilitazione. I prossimi appuntamenti del forum sociale europeo

La settimana europea di mobilitazione per l’educazione, indetta dall’Assemblea generale sull’educazione al 4° Forum sociale europeo, è stata animata da numerose manifestazioni in Italia e in diversi altri paesi europei. Alcune di esse si sono inserite all’interno di un ampio movimento di mobilitazione che continua dall’inizio dell’anno scolastico. Così in Portogallo, dove sono previste ulteriori iniziative anche nel mese di dicembre contro le modifiche unilaterali allo stato giuridico dei docenti, e in Grecia, dove si sono svolti tre giorni di conferenze, dal 15 al 18 novembre. Gli insegnanti greci, in particolare, sono in lotta da mesi per migliori stipendi e per la difesa della scuola pubblica. Anche in Ungheria continua la lotta contro i tagli all’educazione e contro le modifiche unilaterali del rapporto di lavoro ed è stata indetta una giornata di solidarietà con il settore pubblico. Nel frattempo, l’Assemblea Preparatoria Europea (EPA) che cura la “staffetta” tra un Social Forum e l’altro, tenutasi a Francoforte agli inizi di novembre, ha deciso, in concomitanza con la riunione del G8 che si terrà in giugno a Rostock, di organizzare una Euromarcia.

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Diritti negati. Sempre più difficile fare scuola in Afghanistan

Il rapporto Lessons in terror, pubblicato dall’organizzazione Human Rights Watch, documenta più di 200 attacchi brutali alle scuole nel periodo tra il gennaio 2005 e il luglio 2006. Gli insegnanti sono stati minacciati, picchiati e diciassette di loro uccisi. Gli studenti, specialmente le ragazze, sono state minacciate di morte nel caso avessero continuato ad andare a scuola. Lo stesso presidente Garzai ha dovuto riconoscere pubblicamente che circa 100.000 bambini che l’anno scorso frequentavano la scuola ora se ne restano a casa. Incerta anche la situazione dell’Associazione Insegnanti cha ha dovuto sospendere la propria attività.

Oltre agli episodi di violenza, altri fattori ostacolano la scolarizzazione in Afghanistan: dalla scarsità degli edifici scolastici che obbligano a percorsi a piedi troppo lunghi, alla mancanza di docenti, alla bassa qualità dell’insegnamento, all’estrema povertà. Il rapporto chiede alla Nato e alle forze di coalizione di attuare una politica di sicurezza collegata allo sviluppo dei diritti. “La continua negazione dell’educazione alla maggior parte dei bambini afghani costituisce una crisi dei diritti umani che dovrebbe preoccupare seriamente tutti coloro che lottano per porre fine al ciclo selvaggio di violenza e guerra in quel paese” è la conclusione del rapporto.

Il rapporto si può leggere su questo sito.

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Diritti negati. Niente istruzione ai bambini nei paesi in guerra

Dei 115milioni di bambini che non frequentano la scuola, poco meno della metà vivono in paesi in guerra o reduci da guerre. Quando scoppia una guerra il sistema scolastico è il primo a subirne le conseguenze: le scuole vengono distrutte o usate come quartieri generali delle milizie o per accogliere la popolazione sfollata. Con la chiusura e la distruzione delle scuole, i bambini si trovano esposti a tutte le violenze; nel 2003, in oltre la metà dei conflitti armati si è fatto ricorso a soldati al di sotto di 15 anni. Inoltre, nei conflitti muoiono anche molti insegnanti e, a guerra finita, il sistema scolastico può fare affidamento su pochi docenti, spesso non qualificati. Nonostante ciò, nota “Save the Children” nel suo rapporto, ai bambini dei 30 paesi in conflitto va la quota minore degli aiuti internazionali per l’educazione: nel 2004 hanno ricevuto meno di un terzo degli 8.5 miliardi di dollari destinati agli aiuti per l’istruzione nei paesi a basso reddito.

Per saperne di più.

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Appuntamenti

 

I prossimi appuntamenti internazionali della FLC

30 novembre/1 dicembre
Ccongresso del sindacato sloveno ESWUS.

4/5/6 dicembre
Conferenza regione europea dell’Internazionale dell’Educazione
Assemblea Generale dell’ETUCE

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