Scuola, FLC CGIL: più alunni con disabilità ma pochi docenti specializzati e scarsa continuità

Roma, 19 marzo - Aumentano gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane: quasi 359mila nell'anno scolastico 2023-2024, il 6% in più rispetto al precedente anno scolastico, 75mila in più negli ultimi cinque anni (+26%). Ancora elevato il numero dei docenti privi del titolo di specializzazione per le attività di sostegno: il 27% al Sud, il 38% al Nord e l'11% viene assegnato in ritardo. Lo certifica l'Istat che rileva anche un’elevata discontinuità didattica: più di un alunno su due (il 57% degli alunni con disabilità) ha cambiato insegnante per il sostegno da un anno all'altro.

La FLC CGIL denuncia: “Da tempo segnaliamo le tante criticità che inficiano il processo di inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità a partire da un livello ormai inaccettabile di precarietà. Pertanto, riteniamo non più procrastinabile un intervento serio e di prospettiva per garantire continuità educativa agli alunni con disabilità e continuità lavorativa ai docenti di sostegno. Tale obiettivo è concretizzabile con la progressiva stabilizzazione dei posti in deroga, certamente non affidando al gradimento delle famiglie la scelta dei docenti”.

“Occorre inoltre, implementare l’offerta formativa dei percorsi di specializzazione attivati dalle Università, favorendo l’accesso, riducendone i costi, adeguandola al fabbisogno regionale. Non è una novità infatti, che le Università non siano state messe nelle condizioni di rispondere, attraverso i TFA sostegno, al reale fabbisogno delle scuole e ciò ha determinato forti disomogeneità territoriali per quanto riguarda la presenza di insegnanti specializzati nelle graduatorie di merito e delle supplenze”. Sottolinea il sindacato di categoria.

“La soluzione non può essere quella proposta da Meloni e Valditara di fare sconti sulla formazione, attraverso percorsi semplificati, condonando titoli di specializzazione acquisiti o acquistati all’estero. I dati dell’Istat rendono manifesta la totale incapacità dell’Amministrazione scolastica di gestire la formazione iniziale e il reclutamento in modo efficace, ottenendo il solo risultato di generalizzare il lavoro precario, di renderlo più ricattabile e di aumentare instabilità e discontinuità”. Conclude la FLC CGIL.