A proposito delle dichiarazioni del ministro Moratti sulle immissioni in ruolo
Precariato: le dichiarazioni del ministro Moratti alla prova dei fatti, tra ritardi e balletti di cifre
Comunicato stampa di Enrico Panini
Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil
Ancora una volta non c’è alcun rapporto fra le dichiarazioni del ministro Moratti e la verità dei fatti.
Infatti, nonostante gli sforzi dell’amministrazione, per i ritardi dovuti alle esclusive responsabilità politiche del governo che ha cincischiato per cinque mesi prima di deliberare le immissioni in ruolo, diverse centinaia di precari, come riportano puntualmente in queste ore i mezzi d’informazione, saranno nominati dopo il 31 di luglio: altro che operazioni regolarmente concluse!
Inoltre, il ministro Moratti non dice che, con il decreto sulle immissioni in ruolo, il Governo ha deliberatamente disatteso una legge del Parlamento che prevedeva un piano triennale di assunzioni su tutti i posti disponibili, riducendolo ad un solo anno.
Fra l’altro, in questi anni di Governo Berlusconi - Moratti, la quantità di precari in servizio ha raggiunto una consistenza che non ha precedenti in tutta la storia della nostra scuola: altro che riduzione del precariato!
Sono, inoltre, provocatorie le affermazioni sulla riduzione del precariato storico, considerato che con questo riferimento si omettono volutamente dal conteggio decine di migliaia di persone che in questi anni hanno incrementato il mondo del precariato scolastico e che, magari non saranno storiche secondo i criteri adottati dal ministro, ma hanno tutto il diritto di pretendere una immissione in ruolo.
Infine, l’uso dei numeri deve essere sempre rispettoso della verità altrimenti non è che una operazione di carattere propagandistico: delle 130.000 nomine di cui si vanta il ministro Moratti, ben 90.000 sono state decise e finanziate dal precedente Governo di centro sinistra.
Anziché vantarsi per decisioni assunte da altri, sarebbe ora che da subito il ministro Moratti si mettesse al lavoro per dare attuazione entro il 30 settembre 2005 a quel piano pluriennale di immissioni in ruolo che il Parlamento è stato costretto di nuovo a ribadire e che non vorremmo venisse relegato dall’incuria del Governo nel dimenticatoio.
Roma, 3 agosto 2005
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