Più diritti delle donne al Parlamento Europeo
La FLC Cgil spera in un nuovo parlamento più sensibile ai Diritti delle donne e alle Pari opportunità. Dobbiamo votare per 72 rappresentanti italiani il 6 e 7 giugno prossimo. Andiamo a votare.
Congedo maternità
Il 6 maggio scorso su proposta del PPE/DE, il parlamento ha deciso di rinviare alla commissione competente l'esame della direttiva volta ad aggiornare le norme sul congedo maternità. I punti più controversi riguardano la durata del congedo stesso e la proposta di istituire il congedo di paternità/co-maternità obbligatorio. Il rinvio alla commissione "donne" della relazione di Edite ESTRELA (PSE, PT) è stato deciso con 347 voti favorevoli, 256 contrari e 10 astensioni.
Di conseguenza sarà il Parlamento risultante dalle prossime elezioni di giugno a trattare la questione.
La relazione accoglieva con favore la proposta della Commissione volta a migliorare la protezione offerta a lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento, permettendo loro di conciliare meglio la vita familiare con quella professionale e di essere maggiormente in grado di restare sul mercato del lavoro o di rientrarvi.
Proponeva, però, diversi emendamenti volti a rafforzare i diritti delle donne prima e dopo il parto. Chiedeva ad esempio di prolungare fino a 20 settimane il periodo di congedo maternità (contro le 18 proposte), di cui 6 da prendere obbligatoriamente dopo il parto e remunerate con il 100% dell'ultimo stipendio. Proponeva inoltre di rafforzare i diritti delle donne, prima e dopo il parto, e di introdurre un congedo paternità/co-maternità di due settimane obbligatorie, regolarmente retribuite.
Talune di queste proposte non erano condivise in seno all'Assemblea, tant'è che erano stati presentati molti altri emendamenti, soprattutto da parte del PPE/DE che ha quindi chiesto, e ottenuto, di procedere ad un ulteriore esame della questione a livello di commissione parlamentare.
Lavoratrici autonome e coniugi coadiuvanti
Il Parlamento si è però pronunciato sulla direttiva relativa alla parità di trattamento delle lavoratrici autonome e dei coniugi coadiuvanti, specie in materia di sicurezza sociale.
Approvando con 550 voti favorevoli, 14 contrari e 57 astensioni la relazione di Astrid
LULLING
(PPE/DE, LU), il Parlamento ha accolto con favore la proposta di modificare il quadro giuridico comunitario relativo all'applicazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne per quanto concerne i lavoratori autonomi e i relativi coniugi, al fine di attuarlo in modo più efficace. Ha però presentato alcuni emendamenti.
Contrariamente alla Commissione, che propone
un'affiliazione ai regimi di sicurezza sociale su base volontaria, il Parlamento ritiene che questa dovrebbe essere obbligatoria e, pertanto, sostiene che gli Stati membri dovrebbero prendere le misure necessarie affinché i coniugi coadiuvanti possano beneficiare di un livello di protezione almeno equivalente a quello dei lavoratori autonomi, alle stesse condizioni applicabili a questi ultimi. Tali misure, precisa un emendamento, dovrebbero garantire l'affiliazione autonoma dei coniugi coadiuvanti ai regimi di previdenza sociale esistenti per i lavoratori autonomi per quanto riguarda l'assistenza sanitaria e le pensioni d'invalidità e vecchiaia. I contributi previdenziali dei coniugi coadiuvanti, inoltre, dovrebbero essere detraibili dalle imposte in quanto spese di gestione, alla stessa stregua della remunerazione effettivamente corrisposta al coniuge. Un altro emendamento chiede agli Stati membri di adottare i provvedimenti necessari affinché le lavoratrici autonome e le coniugi coadiuvanti possano beneficiare di un periodo di
congedo di maternità «adattato alle loro esigenze specifiche» e che consenta loro di scegliere la durata nei limiti previsti per i lavoratori dipendenti.
Roma, 4 giugno 2009