FLC CGIL e Proteo Fare Sapere insieme per una iniziativa politica e pedagogica: le nostre scuole per una esperienza di amicizia, solidarietà e democrazia con gli scolari e gli studenti ucraini
Dichiarazione congiunta di Francesco Sinopoli, Segretario Generale FLC CGIL, e Dario Missaglia, Presidente Nazionale Proteo Fare Sapere.
In questi giorni, i ministeri istruzione dell’Europa comunitaria stanno dialogando con il governo ucraino e in particolare con il loro ministro dell’Istruzione Serhiv Schkarlet, per garantire la continuità didattica, anche attraverso sistemi digitali per i ragazzi profughi. Ma ci sono anche diverse soluzioni che taluni paesi europei potrebbero intraprendere. Qualcuno potrebbe immaginare “classi speciali” di soli studenti ucraini, soprattutto quelli più lontani dalle nostre pratiche inclusive (non solo degli stranieri). L’Italia, a nostro parere, deve invece costruire assieme al governo ucraino un’esperienza pedagogica aperta e accogliente, con percorsi didattici, modalità e metodologie integrate, da costruire in questi mesi, partendo dalle nostre più avanzate esperienze di integrazione scolastica e sociale. Sapendo osare scenari nuovi di pratiche educative capaci anche di concorrere ad aprire una nuova fase della crescita della Comunità europea.
La nostra lunga esperienza di accoglienza ha maturato nelle nostre scuole un forte senso civico e umanità non invadente. E tuttavia, questo nuovo arrivo di bambini e ragazzi, oggi già più di 25.000, ha caratteristiche molto diverse dall’emigrazione economica classica. In tutti i profughi ucraini, adulti e bambini, è fortissimo il desiderio di salvarsi nelle nostre case ma per tornare il prima possibile in patria.
Proporre la "pedagogia del ritorno” (assumendo la definizione e il concetto elaborato da Raffaele Iosa del CTS di Proteo) come base dell’impegno italiano all’accoglienza non è solo un fatto educativo e scolastico di elevato spessore e tutto da costruire, è anche un richiamo a quell’idea dell’Europa comunità di popoli che ci ha insegnato Altiero Spinelli, popoli capaci di democrazia, di rispetto delle reciproche diversità e di interazione costruttiva, non a caso sognata e pensata sulla macerie di un’altra guerra dove la sete di potenza e i nazionalismi ci avevano portato vicini alla catastrofe di un continente.
Una pedagogia che rifugga la separatezza, capace di ascoltare il dolore, di accoglierlo, di offrire tempi e strumenti per ripensare e rielaborare l’esperienza vissuta ma anche di coltivare la speranza e la prospettiva del futuro, mantenendo salde le radici e i legami con la comunità di origine.
Mamme e figli ucraini devono poter tornare nelle loro terre per ricostruire anche politicamente e socialmente la nuova democrazia del Paese.
L’Europa che vuole crescere dopo questo violento trauma, può farlo solo con la chiarezza su questioni politiche complesse e decisive che attengono alla sua identità, al superamento di miopi nazionalismi/sovranismi, investendo sul proprio protagonismo in quanto soggetto capace di svolgere un ruolo autonomo nello scenario internazionale.
Non c’è stata un’Europa protagonista di un tentativo di neutralizzare lil conflitto prima che esplodesse e rischiamo di non avere una Europa protagonista durante e, speriamo al più presto, dopo il conflitto. Iniziare subito a convergere sulle politiche di accoglienza e solidarietà verso i profughi più piccoli, è un modo di iniziare a costruire il profilo della nuova Europa.
Questo è il contributo che la FLC e Proteo Fare Sapere assumono come impegno, chiamando tutto il mondo della scuola ad essere protagonista di questa impresa di educazione alla pace che inizia con l’impegno concreto e attivo nella accoglienza di scolari e studenti ucraini.
Di questo impegno, con proposte operative di tipo didattico-pedagogico daremo ampio risalto nelle nostre comunicazioni, iniziative sul territorio, momenti di riflessione generale.
In particolare, FLC CGIL e Proteo Fare Sapere annunciano una iniziativa pubblica rivolta a tutto il mondo della scuola in cui, a partire dalla socializzazione delle esperienze di accoglienza dei bambini e bambine ucraine, si rilanci con forza, soprattutto tra i giovani, la cultura della pace e della solidarietà per un mondo in cui vera l’unica grande battaglia sia quella per la salvezza del pianeta e dell’umanità.
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