Inclusione scolastica degli alunni con disabilità: obbligo formativo per i docenti non specializzati
Il Ministro Bianchi ha firmato il decreto attuativo della Legge di Bilancio 2021. Molti sono gli aspetti lesivi della norma contrattuale e delle Intese sottoscritte dal governo con i sindacati.
È stato firmato dal ministro Bianchi il decreto relativo alla “Formazione del personale docente ai fini dell’inclusione degli alunni con disabilità”, previsto dalla legge di bilancio 2021, che ha destinato uno specifico finanziamento di 10 milioni di euro per la realizzazione di interventi di formazione obbligatoria del personale docente “non specializzato” impegnato nelle classi con alunni con disabilità.
Lo stesso provvedimento ha affidato al Ministero dell’istruzione il compito di stabilire le modalità attuative e i criteri di riparto, fermo restando il monte ore minimo di ciascuna unità di formazione, pari a 25 ore, e il divieto di esonero dall'insegnamento.
Il decreto ministeriale dà attuazione, quindi, a precedenti disposizioni di legge.
La struttura del percorso formativo è stata condivisa dall’Amministrazione con l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica, di cui le Organizzazioni Sindacali non fanno parte.
Come FLC CGIL, non sottovalutiamo l'importanza di destinare risorse alla formazione di tutti i docenti sui temi dell'inclusione scolastica.
Riteniamo tale aspetto necessario per affermare il principio di corresponsabilità nella presa in carico degli alunni con disabilità oltre che per realizzare una scuola capace di valorizzare adeguatamente le potenzialità e le diversità di ciascuno, creando le condizioni per la piena partecipazione di tutte e di tutti, e farsi fattore di promozione sociale e individuale
Valutiamo negativamente l'aver stabilito per legge un obbligo che prevede per i docenti carichi di lavoro oltre l’orario di servizio e ribadiamo che l'attività di formazione, non prevista contrattualmente come obbligo, dovrebbe in ogni caso essere rimessa, nella sua pianificazione e quantificazione, all’autonomia scolastica e alla sovranità degli Organi Collegiali, prevedendo l’esonero dal servizio qualora non siano sufficienti i 5 giorni già previsti dal Ccnl.
Ricordiamo, inoltre, che il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” sottoscritto dal governo con i sindacati prevede che ogni pubblico dipendente sia titolare di un diritto/dovere soggettivo alla formazione, che la contrattazione, non altro, dovrà garantirne l’esigibilità e che le attività di apprendimento e di formazione devono essere considerate a ogni effetto come attività lavorative, quindi da effettuarsi in orario di servizio.
A nulla sono valse le nostre richieste, avanzate nell'incontro dello scorso 4 giugno di sospendere l’emanazione del decreto o, in subordine, di rivedere il principio dell’obbligatorietà, la quantificazione delle ore, il divieto di esonero dal servizio, riportando le materie nell’ambito contrattuale e collegiale per gli aspetti di rispettiva competenza.
Ancora una volta l'Amministrazione, procedendo per via unilaterale, ha agito in totale spregio delle norme contrattuali, degli impegni assunti dal Governo con la con la sottoscrizione dell' Intesa sul lavoro pubblico e in evidente contraddizione con la filosofia del dialogo e del confronto che ha ispirato il Patto per la scuola.
Come FLC valuteremo la sussistenza dei presupposti per impugnare il decreto, in considerazione della grave ingerenza contrattuale, oltre che della mancata acquisizione del parere autorevole del CSPI, massimo organo collegiale della scuola.
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