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Violenza a scuola, i docenti si ribellano

Una petizione al presidente Mattarella ha superato 52 mila firme: "Serve una legge che dia più potere agli insegnanti e con pene più dure". La Flc Cgil: "Ci costituiamo parte civile contro i genitori violenti". Nel 2018 ventiquattro aggressioni a maestri e professori

12/04/2018
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la Repubblica

ROMA - Gli insegnanti si ribellano, alla fine. Le ventiquattro aggressioni subite da maestri e professori in questo scorcio di 2018 - e ventiquattro sono quelle diventate pubbliche, solo una parte - non sono più sopportabili. Gradualmente, iniziano ad arrivare i segnali di risposta. Il portale "Professione insegnante" ha lanciato sulla piattaforma Change.org una petizione al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in cui si chiede una nuova legge sul tema "aggressioni a scuola".
 
Nella petizione si legge: "Serve una norma che istituisca e soprattutto rafforzi la figura dell'insegnante quale pubblico ufficiale, che inasprisca le pene laddove ci sono episodi di violenza conclamati, che tuteli la libertà di insegnamento e restituisca agli insegnanti un ruolo di primo piano". Ancora: "Occorre una legge che comporti sanzioni che siano da esempio educativo per le generazioni future, serve una norma che tuteli il libero esercizio dell'insegnamento quale base per la crescita delle generazioni che verranno. Serve una legge atta a prevenire episodi del genere che si aggiungono alla non facile situazione del comparto scuola, maltrattato sul piano economico, giuridico e sociale". Una petizione politica, che sottolinea il peggioramento del ruolo del docente "stretto tra i dirigenti scolastici e le famiglie". Questa mattina, ha superato le 52 mila firme.
 
L'appello è utile per ripercorrere alcuni degli episodi registrati nelle ultime settimane, e citati nel testo. La professoressa con difficoltà motorie legata alla sedia ad Alessandria lo scorso 28 marzo e, andando a ritroso, la maestra di Palermo colpita con un pugno dal genitore di un alunno (nonché bidello dello stesso istituto) infastidito dai rimproveri dell'insegnante per le troppe assenze del figlio. Il professore di Treviso, ancora, picchiato dai genitori di uno studente e punito dalla scuola, il vicepreside di Foggia aggredito, il professore di educazione fisica colpito ad Avola da una mamma, la professoressa d'Italiano accoltellata in classe a Santa Maria Vico, provincia di Caserta: il diciassettenne con il coltello in tasca, appena rientrato dalla settimana bianca, non aveva sopportato una nota. La ministra Valeria Fedeli ha consegnato alla professoressa - Franca Di Blasio - l'onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica.
 
Sulla questione la Federazione della conoscenza della Cgil ha dichiarato che si costituirà parte civile in ogni episodio di violenza subita da un insegnante: "Una volta, ma evidentemente non più oggi, le famiglie consegnavano alle scuole bambini e adolescenti abituati al "no" e al rispetto delle regole", dice il segretario Francesco Sinopoli. "Il patto educativo tra scuola e famiglia una volta era implicitamente e socialmente accettato, ora è drammaticamente messo in discussione".
 
Scrive Cosimo Scarinzi del sindacato Cub: "Se è normale aggredire un insegnante significa che la funzione docente ha un deficit di autorevolezza". Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda: "Le leggi già ci sono, il responsabile legale della sicurezza dei docenti, in quanto lavoratori, è il dirigente scolastico".


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