Scuola, un balletto sul nulla
Con il nuovo decreto da lunedì alle superiori presenza minima al 70%. Sinopoli, Flc Cgil: scelta incompatibile con gli standard di sicurezza. "Niente è stato fatto in tema di dati, tracciamento, presìdi sanitari, riduzione delle delle classi"
Stefano Iucci
Un balletto: 50, 70, 100%. Il rientro a scuola, nel vuoto di 13 mesi in cui non si è fatto nulla, sta diventando una pantomima che sarebbe comica se non ci fosse di mezzo il destino incerto di studenti, famiglie e lavoratori. Il decreto in vigore da oggi, infatti, prevede una presenza al 70% nelle scuole secondarie di secondo grado in zona gialle e arancione, il 50 nelle zone rosse e il 100% per tutti gli altri ordini e gradi.
Dura la presa di posizione del segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, che pure nei giorni scorsi aveva apprezzato la cautela del governo poi nei fatti contraddetta dal decreto di oggi: “In moltissime scuole secondarie la presenza al 70% è una scelta incompatibile con gli standard di sicurezza, come peraltro denunciato con forza dagli stessi dirigenti scolastici. Distanziamento e trasporti non sono in questo caso fatti opinabili, ma rappresentano vincoli oggettivi. Sarà inevitabile la deroga da parte delle Regioni”.
Il sindacalista ribadisce che “nulla è stato fatto in tema di dati, tracciamento, presìdi sanitari, riduzione delle dimensioni delle classi. Se l’emergenza è finita il governo deve dirlo chiaramente al Paese, se invece si tratta solo di piazzare bandiere politiche, siamo di fronte a una gestione sbagliata”.
Il confronto sugli organici, fondamentale per limitare le classi pollaio e rendere possibile il distanziamento – oltre naturalmente agli investimenti in infrastrutture – non solo è partito in forte ritardo ma, denuncia Sinopoli, “sta procedendo come nel passato e le classi, nella scuola secondaria, possono arrivare fino a 33 studenti. Gli stessi criteri adottati oltre dieci anni fa di cui porta la responsabilità innanzitutto l’attuale ministra per gli Affari regionali”.
Il che apre prospettive inquietanti per il prossimo anno scolastico. Senza interventi i posti liberi saranno 107 mila e se verrà confermato l’organico Covid, i sindacati stimano un numero di supplenze non inferiore a 240 mila. “Numeri impietosi che rischiano di far diventare la scuola dell’era Draghi quella del record della precarietà e quindi dell’instabilità”, commenta il leader della Flc.
Per il sindacato occorrono dunque “risposte immediate per evitare il baratro”. Le proposte sono chiare, elenca Sinopoli: “Procedura di reclutamento straordinaria per i precari con tre anni di servizio nella scuola statale, consolidamento dell’organico Covid, radicale modifica delle norme sulla costituzione delle classi e degli organici”.
“Ci auguriamo – conclude - che dalle intenzioni più volte espresse si arrivi finalmente a fatti concreti. In caso contrario non potremo che passare dalla collaborazione alla mobilitazione della categoria”.