A scuola d'estate, ma i fondi?
Prende forma il progetto di Bianchi. Tutte le criticità di #Scuolealcentro di Renzi
Emanuela Micucci
Prende forma il piano per tenere le scuole aperte anche d'estate, situazione epidemiologica permettendo. Il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi pensa a «una didattica leggera». Niente lezioni in senso stretto. Piuttosto laboratori di scrittura e lettura, sport e altre attività che permettano recupero della socialità e degli apprendimenti. Contando anche sul Terzo Settore e sugli studenti più grandi. E con incentivi ai docenti per il surplus di servizio richiesto, ferie escluse. Sul piatto le risorse ci sarebbero: 250 milioni di euro a bilancio tra i fondi ex lege 440 a supporto dell'autonomia scolastica e i fondi europei Pon. Risorse che, però, sembrerebbero insufficienti.
Il programma di Bianchi, infatti, appare nei fatti una riedizione di passate esperienze di scuole aperte d'estate promosse già da molti anni da enti locali e ministero dell'istruzione. In particolare, il progetto #Scuolealcentro di Stefania Giannini, ministra dell'istruzione del governo Renzi, che non riuscì però a coinvolgere gli istituti a restare aperti d'estate. Il piano, infatti, partì a giugno 2016 con 10 milioni di euro per le prime 700 scuole della periferia di 4 città, Napoli, Milano, Roma e Palermo (circa 15 mila euro a istituto), ma i risultati furono dimezzati: aderirono meno del 50% degli istituti. Progetto poi rilanciato a settembre dello stesso anno con ben 240 milioni di euro di fondi europei Pon per coinvolgere circa 6 mila scuole, il 72,4% del totale (circa 40.000 euro a ciascun istituto), da lasciare aperte il pomeriggio durante l'anno scolastico per attività educativa extracurricolari.
Ma a giugno 2017, anno scolastico finito e nuova ministra al Miur, Valeria Fedeli, il ministero doveva ancora pubblicare le graduatorie, che sarebbero arrivate a luglio. Senza coprire, però, il numero di progetti previsti: 5 mila quelli arrivati, di cui solo 4.633 ammessi al finanziamento. Per un totale di oltre 187 milioni di euro, il 22,5% in meno del previsto. Oltre 700 mila gli studenti coinvolti. Solo il 10% delle scuole finanziate, inoltre, aveva presentato progetti che prevedevano aperture durante il periodo estivo. Se piano Giannini-Fedeli prevedeva 240 milioni di euro per raggiungere il 72,4% delle scuole, quello di Bianchi prevede quasi le stesse risorse, 250 milioni id euro, 10 milioni in più, cioè il totale dei due finanziamenti di #Scuolealcentro. Probabilmente quindi i fondi non riusciranno a garantire l'apertura estiva di tutte le scuole nel 2021.
Inoltre, il Mi dovrà riuscire a convincere le scuole ad aderire al progetto. Alla seconda edizione di #Scuolealcentro, infatti, aderì solo il 60,38% degli istituti interessati: 3.281 non risposero al bando. E fu ammesso poi al finanziamento solo il 77,22% delle scuole che aderirono, cioè 1.367 in meno. Di fatto, il progetto raggiunse circa la metà di tutte le scuole, il 55,95%.
La regione che ebbe il maggior numero di istituti ammessi al finanziamento fu la Campania con 860 scuole e oltre 35 mila euro, seguita da Sicilia con 692 istituti (28 milioni di euro), Puglia con 569 scuole (23 milioni di euro) e Lombardia con 380 scuole (oltre 15 milioni di euro). Mentre tra le città metropolitane al primo posto c'erano Napoli (451), Roma (227), Bari (172), Palermo (163) e Catania (150).