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i genitori daranno i voti agli insegnanti di Mario Rusconi Ecco profilarsi, sullo scenario della riforma scolastica, una figura di notevole attualità teatrale: inquietante al punto giusto, ambigu...
i genitori daranno i voti agli insegnanti
di Mario Rusconi
Ecco profilarsi, sullo scenario della riforma scolastica, una figura di notevole attualità teatrale: inquietante al punto giusto, ambigua quanto mai, divertentemente surreale e sconclusionata. Ogni riferimento a personaggi di Ionesco ed al teatro dell'assurdo è pertinente.
Il Nostro, però, ha nome e caratteristiche normative, non teatrali. Parliamo del Nucleo di valutazione del funzionamento degli Istituti. Con ironia terminologica, di cui daremo in seguito conto, potremmo definirlo: il Nucleo senza càmice.
Si tratta di una innovazione prevista dall'art. 9 del progetto di riforma degli organi collegiali della scuola, appena varato - come proposta - dalla 7° Commissione della camera dei deputati. Sino ad ora gran parte dei commenti degli addetti ai lavori (politici, sindacalisti, docenti, giornalisti, etc.) si è addensata attorno alla composizione ed alle funzioni del Consiglio di istituto (o di scuola, come si dovrebbe chiamare) con interrogativi del tipo: è giusto il prevalere della quota dei genitori e degli studenti su quella dei docenti? E' opportuno che il Consiglio sia presieduto dal Preside (ora dirigente) e non da un genitore (come avviene attualmente)?
Su tali quesiti si sono immediatamente creati schieramenti più o meno contrapposti, dando luogo alle ormai consuete "querelles": democrazia/tecnocrazia, azienda/servizio pubblico, etc.
Il diavolo, però, quello vero, si nasconde nei particolari. Nell'art. 9, appunto, nel quale si dice testualmente: "In ogni istituzione scolastica è istituito un Nucleo di valutazione dell'efficienza e dell'efficacia del servizio, che opera anche tenendo conto delle finalità fissate dall'Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione. Il Nucleo è composto dal Garante dell'utenza nonché da un docente e da un soggetto esterno".
Cerchiamo di capire, al di là della terminologia "modernista", di cosa si tratta e perché, se la norma passasse così com'è, si avrebbe un effetto deprimente e regressivo in ogni singola scuola.
La valutazione di sistema (come si dice in termini tecnici) è un'operazione complessa e delicata. Complessa in quanto implica l'uso di metodologie, di tecniche e di strumenti di difficile reperimento e di ancor più difficile manipolazione; delicata in quanto si applica al lavoro di persone (il dirigente, i docenti, gli alunni) e non è poi così semplice esprimere giudizi di valore sull'operato delle persone (lo sanno bene gli azionisti di aziende come la Enron statunitense che sui managers e sulle società di certificazione avevano scommesso i loro risparmi).
Da queste sintetiche premesse deriva che introdurre la valutazione dell'efficienza (grossolanamente: il funzionamento della scuola) e dell'efficacia (i risultati raggiunti, in primis quelli formativi) di ogni istituto scolastico richiede: professionalità, gradualità, coinvolgimento.
Cominciamo dal fondo. Per coinvolgere positivamente le scuole, le persone che vi lavorano, le famiglie ed il sistema sociale, bisogna che si radichi la convinzione che la valutazione di sistema, se fatta secondo le regole, è utile, anzi fondamentale per migliorare la formazione dei nostri studenti.
Affinché ciò avvenga, occorre però garantire:
1) che un processo sistematico di valutazione delle scuole poggi su basi tecnico-professionali valide (non arbitrarie, non demagogiche, non superficiali).
2) Che si inizierà con attività realizzate gradualmente, che si dispiegheranno nel tempo, sviluppandoso in base ad un progetto complessivo non legato all'episodicità, all'estemporaneità, alle convenienze di parte.
Orbene, torniamo al Nucleo di valutazione. La gradualità non è presa in considerazione. Il Nucleo, alla fine dell'anno scolastico, valuterà l'efficienza e l'efficacia compiendo da subito, in una sola volta, un'operazione che in diversi paesi europei ha impegnato risorse notevoli e anni di accurata preparazione con la collaborazione di centinaia di specialisti.
Ma l'improvvisazione prevista dall'art. 9 non è nulla se paragonata alla filosofia dell'assurdo rappresentata, nel nostro caso, dalla scelta delle persone che compongono il Nucleo stesso. Il presidente (pomposamente definito "Garante dell'utenza") sarebbe il genitore che ha conquistato il maggior numero di voti nell'elezione del Consiglio di scuola e verrebbe contornato da un docente (scelto come? non si dice!) e da un non meglio identificato "soggetto esterno".
Alcune considerazioni. Cosa c'entra il rappresentante "politico" dei genitori (tale è chi viene scelto col voto da una categoria di elettori) con gli ambiti tecnico-professionali? Lasceremmo mai valutare la perizia (talvolta l'imperizia) di un medico dai pazienti o dai loro parenti? A questi ultimi è attribuito il diritto-dovere di denunciare le eventuali aporie degli ospedali e dei medici, ma non di valutare professionalmente questi ultimi. Infatti, in caso di contenzioso, subentra un collegio peritale, un nucleo, cioè, di tecnici, non di eletti. Perché alla scuola non è riconosciuto, metaforicamente, il càmice ed, anzi, si pensa che ogni cittadino-genitore, purché eletto (magari con 15/20 voti!), sia in grado di dare un giudizio professionale sulla scuola e, quindi, indirettamente (ma poi non tanto) sul dirigente ed i docenti? Non sono ritenuti, questi ultimi, degni di una valutazione professionale, che esuli dall'impressionismo dei commenti da "Bar dello sport"? Inoltre, quali e quanti "soggetti esterni", possibilmente esperti in valutazione di sistema, sarà possibile trovare per le oltre 10.000 scuole (statali) italiane? Si impegneranno, poi, a costo zero?
Per concludere. La valutazione delle scuole è una operazione necessaria, da introdurre al più presto nelle scuole. Ma, se si parte con il piede sbagliato, si rischia l'effetto boomerang (il "concorsone" di Berlinguer docet!).
Ps: Il Nucleo di valutazione era già comparso, non troppo dissimile, nella proposta di legge della maggioranza della passata legislatura. Della serie: le disgrazie sono trasversali!