Regolamenti licei: il parere condizionato della Camera
La Camera ha espresso il proprio parere, obbligatorio ma non vincolante, sullo schema di Regolamento relativi ai Licei.
Il 20 gennaio la VII Commissione della Camera ha espresso il proprio parere, obbligatorio ma non vincolante, sulle misure relative ai Licei, che il Ministro Gelmini si appresta a presentare in seconda lettura (definitiva) al Consiglio dei Ministri in grande ritardo rispetto ai tempi delle iscrizioni, ancorché il loro termine sia stato spostato al 26 marzo.
Si tratta di un parere favorevole ma condizionato, nonostante il parere sia stato dato a maggioranza e non all’unanimità. Il testo infatti distingue nettamente le “condizioni” che vengono poste dalle “osservazioni”.
Le “condizioni”
I licei che escono dalle “condizioni” sono in ogni caso molto diversi da quanto era stato presentato, nero su bianco, nel testo uscito dalla prima lettura del Consiglio dei Ministri. In particolare:
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Si prevede l’avvio dal primo anno e non dal primo e dal secondo.
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Si chiede un rafforzamento dei primi due anni (quelli dell’obbligo di istruzione) in funzione della reversibilità della scelta degli alunni: implicitamente una critica alla mancanza di discipline e orari comuni tra i bienni.
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Si prospetta una revisione del piano orario del liceo delle scienze umane verso un asse maggiormente giuridico-economico: una critica implicita a un piano orario che ricalca molto il vecchio magistrale invece di prevedere una declinazione in direzione delle scienze sociali.
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Si prospetta una trasformazione dell’opzione scientifico- tecnologica in scientifico-informatica, privilegiando una prosecuzione della esperienza sperimentale PNI anziché di quella scientifico-tecnologica: si tratta di una scelta che cambia decisamente la prospettiva non solo dei licei scientifici ma anche di quegli istituti tecnici speravano in una estensione dell’opzione scientifico-tecnologica.
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Si chiede una corrispondenza tra profili e quadri orari: implicitamente si ammette lo scarto tra gli obiettivi e gli strumenti, pesantemente inficiati dalle politiche di taglio.
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Per i licei musicali si chiede un rafforzamento delle discipline storiche e non di quelle pratiche ma soprattutto si chiede di andare oltre le 40 sezioni: si ammette così che la novità del liceo musicale è stata giocata al ribasso.
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Per i licei artistici si prospettano di fatto non più tre indirizzi ma sei.
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Per gli istituti d’arte si prospetta la possibilità che possano confluire anche negli istituti professionali.
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Si chiede l’istituzione della sezione liceale sportiva: alla fine i licei dai 6 di cui parla la Gelmini diventerebbero almeno 15!
Le “osservazioni”
Le osservazioni riguardano per lo più questioni formali, ma in alcuni casi anche sostanziali: tra queste in particolare sottolineiamo:
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L’ipotesi che le scuole possano decidere confluenze diverse da quelle previste.
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L’insistenza del rapporto con l’apprendistato, che acquisisce nuovo significato alla luce di quanto deciso ieri dalla commissione lavoro circa l’assolvimento dell’obbligo in quel rapporto di lavoro.
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La ridefinizione del rapporto tra quota di autonomia e quota di flessibilità: implicitamente si denuncia l’asimmetria tra licei da una parte e tecnici e professionali dall’altra in merito all’organizzazione didattica.
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La necessità di attribuire ai nuovi insegnamenti una collocazione nelle vecchie classi di concorso in attesa di definire le nuove.
Come si vede, pur con un linguaggio diplomatico ed offrendo soluzioni inadeguate, spesso frutto di pressioni lobbistiche più che di una serio dibattito culturale e pedagogico, anche la maggioranza della VII Commissione della Camera è costretta a metter il dito in molte delle piaghe che la FLC Cgil aveva denunciato sia nel corso delle audizioni parlamentari che negli incontri al Miur rispetto al testo passato in prima lettura al Consiglio dei ministri: la partenza sui primi due anni, la mancanza di un biennio comune e l’orario a 27 ore, il taglio troppo da magistrale delle scienze umane, la scarsa scientificità del liceo scientifico, l’eccesso di semplificazione, il numero insufficiente delle sezioni di liceo musicali ecc.
Adesso resta da vedere quanto di queste richieste e proposte verrà trascritto nei testi che verranno inviati alla seconda lettura. Quello che è certo è che da queste condizioni e osservazioni esce una situazione sempre più confusa, in cui non si sa più che cosa ci sarà e che cosa non ci sarà.
Come faranno le scuole a orientare le iscrizioni è un rebus. Le nostre richieste di rinvio escono sempre più rafforzate da questa situazione: non è una questione politica, è una questione di buon senso!
Roma, 21 gennaio 2010
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