Educazione fisica non è una disciplina di serie B
Nella bozza di regolamento sulla valutazione una insulsa e anacronistica discriminazione verso Educazione fisica. La FLC Cgil chiede una revisione della norma.
Che questo Ministero nella sua foga di apparire ora come “castigamatti”, ora come “restauratore”, ora come “riformatore”, ma soprattutto di “apparire”, finisse per fare la parte dell’apprendista stregone, era nella logica delle cose. Basta vedere la dovizia di ordini e contrordini che si sta accumulando sulla valutazione, sia che si tratti della valutazione in decimi, che, come avevamo previsto, induce di per sé ad atteggiamenti più rigidi e selettivi, sia che si tratti del voto in condotta, oggetto di precisazioni e riprecisazioni per attenuarne la tanto sventolata efficacia rigorista.
Tra le conseguenze di queste misure improvvisate sulla valutazione non poteva mancare la tentazione di ricreare discipline di serie A e discipline di serie B, di antica memoria.
E su chi doveva ricadere questa tentazione se non su Educazione fisica?
Ecco allora che nella bozza di regolamento sulla valutazione è comparsa la norma sulla non validità di educazione fisica ai fini della determinazione della media dei voti, con tutti gli equivoci, tipici di questi casi, circa le conseguenze, autorizzate e non autorizzate, di una simile misura.
Contro il determinarsi di tale situazione la FLC Cgil si è mossa sia in sede di CNPI sia in contatti col Ministero, ottenendo garanzie circa una revisione della norma.
Ci aspettiamo perciò che, in tempi brevi, il Ministero dia seguito agli impegni assunti.
Roma, 22 gennaio 2009
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