In mattinata incontro al Miur sugli ordinamenti dei licei
Piano programmatico del ministro Gelmini. Ancora nessuna documentazione. Meno latino e più lingua straniera allo scientifico, gli Istituti d'Arte confluiscono nei licei artistici, salve le sperimentazioni internazionali, il resto molto simile a ciò che voleva la Moratti, ma con un numero ancor minore di ore.
Si è svolto questa mattina un incontro tra il Ministero e le organizzazioni sindacali sulle prospettive di riassetto dei licei alla luce dei tagli predisposti dal decreto 112/2008 e dal piano programmatico relativo e sull’attuazione del D.Lvo 226/2005, attuativo della legge 53/2003, sospeso fino al 1° settembre 2009. L’incontro fa da pendant all’altro incontro, tenutosi la settimana scorsa, relativo alle proposte di riordino dell’istruzione tecnica e professionale, sul quale abbiamo già espresso le nostre critiche ed è stato immediatamente seguito, senza soluzioni di continuità, da un incontro sul primo ciclo.
Anche nel caso dei licei non sono state fornite documentazioni, in particolare relative a piani di studio e classi di concorso, a detta dei rappresentanti del Ministero,come scelta di dialogo prima di procedere ad una loro formulazione, che è tuttavia prevista per i primi giorni della prossima settimana quando questi documenti dovranno essere presentati al Ministro.
I dirigenti ministeriali presenti hanno in ogni caso ribadito l’intenzione di procedere sulla base di quanto era stato previsto dal D.Lvo 226 e dagli allegati piani orari (*) relativi ai licei classico, scientifico, linguistico, artistico, musicale-coreutico e delle scienze umane, ma con correzioni, ancora ignote nella loro sostanza, dal momento che i piani orari in questione prevedono orari superiori alle 30-32 ore massime settimanali previste dal piano programmatico. Dalle enunciazioni si possono però evincere le intenzioni di seguito riportate.
Orari
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Liceo classico - 30 ore settimanali
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Liceo scientifico - 30 ore settimanali
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Liceo linguistico - 30 ore settimanali
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Liceo delle scienze umane - 30 ore settimanali
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Liceo musicale-coreutico - 32 ore settimanali
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Liceo artistico - 32 ore settimanali
L’impianto orario riprenderebbe in gran parte quello dei piani orari allegati al D. Lvo 226, depurati dalle ore facoltative e da qualche ora opzionale obbligatoria. Conterrebbero perciò una parte di orari obbligatori e una parte opzionale obbligatoria (se a scelta dello studente o della scuola non è stato ben chiarito).
Liceo classico
La novità principale sarebbe rappresentata dal fatto che la lingua straniera si studia per 5 anni e non più solo nei primi due.
Liceo scientifico
Verrà data la possibilità alla scuola di optare in via sperimentale per un modello che preveda, come ora, il latino oppure che preveda una seconda lingua straniera per tutti e 5 gli anni (la cosa potrebbe valere anche per i licei linguistico e delle scienze umane)
Liceo Artistico
Avrebbe la ripartizione in tre indirizzi prevista dagli allegati al D.Lvo 226:
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Arti figurative
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Architettura-design-ambiente
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Audiovisivo-multimedia-scenografia.
L’intenzione del Ministero (non ancora consolidata, tuttavia) è che vi confluiscano anche gli Istituti d’arte.
Sperimentazioni
Delle 900 sperimentazioni di cui si promette l’abolizione dal prossimo settembre potrebbero salvarsi quelle dei licei europei e internazionali o comunque le sperimentazioni linguistiche istituite con partenariati internazionali.
Lingue straniere
L’insegnamento delle lingue straniere non sarà limitato alle sole lingue comunitarie ma spazierà su tutte le lingue a livello mondiale a partire da quelle più diffuse come cinese, arabo, indiano ecc.
Anno terminale
Pur non essendo stato ufficialmente proposto un percorso 2 + (2+1), come per il settore tecnico e professionale, non si esclude la possibilità che l’anno terminale possa essere diverso per i diversi orientamenti universitari o comunque post- secondari.
La FLC Cgil ha ribadito la sua contrarietà a tutta l’operazione che cerca di conciliare l’inconciliabile: vale a dire una politica che si vorrebbe presentare come di qualità per la scuola con una politica di tagli dalle dimensioni inedite. Inoltre ha protestato sul fatto che il Ministero continui a presentarsi senza documentazioni e proposte precise, quasi chiedendo ai sindacati una complicità in operazioni che sa non essere condivise. Ha comunque avanzato critiche sul fatto che:
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il riordino non si proponga di costruire un biennio con un’area comune anche con i tecnici e i professionali, cosa che è ormai più che matura;
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non si tenga in considerazione il fatto che esistono contraddizioni palesi tra il D.L. 137, che impone di respingere gli alunni anche con una sola insufficienza in tutte le classi, e il D.Lvo 226 che consentirebbe di bocciare solo in seconda, quarta e quinta;
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non si tengano in considerazione le contraddizioni tra il D.Lvo 226 e la legge 1/2007 sulle ammissioni agli esami di stato;
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il D.Lvo 226 espliciti che solo il liceo classico permette l’accesso a tutte le facoltà universitarie, mentre tuttora tutti i percorsi secondari superiori danno questa possibilità;
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il tetto di 30 ore non coincida col modello previsto dal D.Lvo 226 e quindi non significhi nulla se non si chiarisce quali discipline vengono tagliate;
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il tetto 32 ore per i licei artistici sia insufficiente per le attività di quel settore scolastico (e probabilmente anche per quello musicale-coreutico) che richiede un’alta quantità di attività laboratoriali senza poter sacrificare ulteriormente le già sacrificate attività teoriche;
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non si ponga attenzione alla scomparsa dei PACLE, indirizzo dell’area tecnica che soddisfaceva ad una domanda di formazione linguistica pur non essendo un liceo;
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non si espliciti se sarà possibile istituire scuole con corsi liceali e corsi tecnici o professionali e o se i due settori saranno rigidamente separati;
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non si faccia chiarezza circa la titolarità delle opzionalità ( scuole o studenti?), mentre da un lato la convivenza di queste con il 20% di flessibilità già prevista attualmente e con le proporzioni di flessibilità previste per il tecnico-professionale ( 20% nel primo biennio, 30% nel secondo biennio, 35% nell’anno terminale) prefigura fenomeni asimmetrici nel sistema secondario superiore, dall’altro la essenzialità dell’organico vanifica ogni spazio di flessibilità;
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si continui a non considerare l’ora di Insegnamento della Religione Cattolica tra le discipline opzionali, dal momento che si tratta di una materia facoltativa e che l’area opzionale ha piena dignità curricolare.
Alcune di queste argomentazioni (soprattutto quelle relative alle contraddizioni tra il D.Lvo 226/2005 e la normativa successiva) sembrano avere trovato la dovuta attenzione, mentre risultano praticamente insormontabili le contraddizioni tra le esigenze didattiche e le riduzioni d’orario finalizzate ai tagli.
(*) Per considerazioni sulle conseguenze di quei piani orari si rimanda a questa notizia.
Roma, 3 ottobre 2008
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