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Torna il maestro unico alle elementari
Fra le dichiarazioni del ministro Gelmini, dopo il consiglio dei ministri di oggi, anche quella che promette il ritorno del maestro unico alle elementari.
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E' il trionfo del qualunquismo, delle chiacchiere salottiere al tavolino del bar.
Le dichiarazioni di ministri e parlamentari di Lega e Popolo della Libertà sono pura propaganda per far digerire i tagli, una cortina fumogena di pseudo-psicologismi che servono a nascondere l'imponente opera di demolizione di ciò che di meglio sta dando la scuola italiana.
Sì perchè la scuola elementare è ai primi posti nelle classifiche europee per i risultati di apprendimento degli alunni. Tempo pieno e moduli si sono rivelati negli anni modelli scolastici efficaci, graditi alle famiglie che hanno spesso rivendicato l'implementazione di un modello didattico/organizzativo costoso ma efficace come il tempo pieno, che si proponeva di superare i confini angusti di una relazione didattica povera e passiva, per liberare tempo per il gioco, l'espressività, l'apprendimento attivo, la ricerca, la manipolazione, le relazioni, la creatività. Tempo liberato, tempo flessibile, per bambini e insegnanti. Scuola attiva, scuola giocosa in cui i bambini rientrano allegri, senza piangere, scuola della cooperazione e non della competizione, in cui si apprende.
Le riforme dei programmi dell'85 e degli ordinamenti del '91, hanno raccolto questa eredità e messo a punto il modello organizzativo dei moduli, applicabile a tutte le scuole elementari.
Dalla riforma dei programmi a quella degli ordinamenti passarono 6 anni in cui il MPI mise a punto un piano massiccio di formazione degli insegnanti e gli attuali risultati positivi sono dovuti, infatti, ad un felice modello didattico organizzativo ma anche al più grosso investimento in formazione che non ha eguali. Niente di tutto questo è stato mai fatto per le superiori e infatti le difficoltà sembrano insuperabili.
Un grosso impegno dunque, che ha visto istituzioni, pensatori, pedagogisti e docenti avanzare realizzando un vero disegno di riforma.
Abbiamo dunque sprecato denaro, risorse, mezzi tempo, cervelli, visto che ora il pedagogista Calderoli, insieme a Bossi, Gelmini e Tremonti, ci insegnano che è stato tutto inutile e che bisogna tornare ai programmi Ermini del '55 e alla maestra dalla penna rossa?
La scuola reale è molto più avanzata dei suoi governanti e non accetterà questa restaurazione, né si farà convincere dalle chiacchiere di chi pensa di potersi buttare alle spalle decenni di cultura pedagogica.
La FLC Cgil chiede un deciso passo indietro verso una politica più saggia e più rispettosa.
La FLC considera offensiva per la scuola italiana e per la cultura di questo Paese una politica che procede per spot populisti e intanto toglie diritti alle famiglie e ai bambini.
Roma, 28 agosto 2008
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